Case di riposo, allarme posti letto: ormai sono quasi esauriti

Lunedì 22 Aprile 2024 di Tomaso Borzomì
Anziani in casa di riposo

VENEZIA - Le case di riposo della provincia veneziana non sono da "tutto esaurito", ma poco ci manca. E se le cose andranno avanti così, il quadro che si presenterà nei prossimi anni non sarà certamente roseo. Analizzando la distribuzione dell'offerta di posti letto nel territorio, Venezia (distretto 1) è quella dove c'è maggiore disponibilità. A fronte di 939 posti letto disponibili, 152 sono quelli liberi, per un tasso di occupazione dell'83,7 per cento. La situazione peggiore è invece quella di Chioggia (distretto 4), con tutti i 244 posti letto esauriti. In mezzo ci sono la terraferma veneziana (distretto 2, 89,9 per cento di occupazione) e Mirano-Dolo (distretto 4, 92,4 per cento di occupazione).
Complessivamente, nel territorio dell'Ulss 3 Serenissima ci sono in tutto 3.930 posti, di cui 394 non occupati, per un valore che sfiora il 90 per cento.

RETTE IN AUMENTO
Per quanto riguarda le rette, gli aumenti medi di circa il 3 per cento introdotti negli ultimi mesi hanno portato le tariffe quotidiane nel territorio veneziano a fissarsi all'interno di una forbice compresa tra i 60 euro (cifra minima proposta dall'Ipav, Istituzioni Pubbliche di Assistenza Veneziane, che comprende Antica scuola dei Battuti, Centro servizi San Giobbe, residenza Contarini, residenza San Lorenzo, residenza Zitelle) e 74 euro (Anni Azzurri di Favaro) per la parte convenzionata (cioè con impegnativa).

Il privato, invece, è arrivato a un costo quotidiano compreso tra i 78,5 euro dello Stella Maris al Lido e i 106 euro della Casa di riposo di Stra. Mediamente, l'Ipav propone a 90 euro (100 la singola) la retta per quanto riguarda il privato, mentre il convenzionato si attesta su una media di 66 euro (considerando i prezzi diversi delle cinque strutture comprese dall'istituzione)

LA DIRIGENZA
Il presidente dell'Ipav Luigi Polesel offre una considerazione in merito ai rincari delle rette di degenza: «Accogliendo il dato medio di 66 euro al giorno, a questi aggiungiamo 52 euro corrisposti dalla Regione (totale 118 euro). Quindi, quando accogliamo un profilo senza impegnativa, ma comunque non autosufficiente, perché il numero di impegnative è stato esaurito, in realtà perdiamo una trentina di euro». Il problema è chi non può affrontare la spesa: «C'è un "cortocircuito" perché, fatti 3.930 i posti disponibili dell'Ulss 3, 3.055 sono in convenzione, 481 sono privati: il resto rimane vuoto nonostante ci siano persone che abbiano necessità senza poter accedere». La soluzione arriva in parte dalla sperimentazione regionale: «In via sperimentale la Regione introduce un budget di 60 milioni per tre anni: l'Ulss 3 riceverà 2 milioni e duecentomila euro, fondi di cui abbiamo bisogno perché siamo in sofferenza».
In totale il fondo per la non autosufficienza sarà così di 560 milioni a livello regionale. Polesel chiarisce anche le ragioni dell'aumento, resosi necessario per far fronte alle difficoltà gestionali crescenti, soprattutto dopo il Covid: «La pandemia ha "mangiato" milioni di euro di cassa, ma nel 2023 dovremmo riuscire a chiudere con un piccolissimo utile».

AUMENTI RIDOTTI
Ecco quindi che l'obiettivo torna ad essere quello di cercare di non dover pescare denari nelle tasche delle famiglie, già in difficoltà a livello sociale e psicologico in un momento difficile come quello dell'affidamento alle cure esterne di un caro: «L'auspicio è che con la sperimentazione si riesca a ridurre il numero di privati e poter calmierare la parte che è stata aumentata delle rette. Abbiamo scelto di restare nel 3 per cento, il più basso possibile, per la parte convenzionata. È chiaro che in un periodo storico come questo anche un euro pesa parecchio nelle tasche delle famiglie».
La progettualità per il futuro è quella di cercare di non rincorrere neanche l'inflazione: «L'impegno per il 2025 è quello di non toccare le rette. È chiaro che con questa delibera si poteva fare di più, ma l'ottimo è sempre difficile da raggiungere. La Regione sta facendo la sua parte, tutti dobbiamo fare la nostra affinché il sistema regga». E per questo serve anche attrarre le professionalità, perché in un momento in cui è difficile trovare infermieri e oss, ecco che trattenere i dipendenti è una variabile imprescindibile: «Essendo senza scopo di lucro, possiamo offrire una remunerazione più che dignitosa ai dipendenti, quindi far quadrare il cerchio, sperando in un briciolo di ottimismo su un futuro senza aumenti».
 

Ultimo aggiornamento: 12:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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