Ambulanti costretti a pagare il pizzo: 13 bengalesi a giudizio

Giovedì 27 Maggio 2021 di Gianluca Amadori
Ambulanti costretti a pagare il pizzo: 13 bengalesi a giudizio
3

VENEZIA - «Se vuoi vendere qua, dovrai dare una percentuale anche a noi... se la prossima non paghi verrai picchiato... se vendi in questa zona ci devi pagare».
Secondo la Procura di Venezia era operativo un vero e proprio racket che imponeva con metodi intimidatori e violenza le sue condizioni agli ambulanti del Bangladesh, impegnati a vendere fiori o altri piccoli oggetti ai turisti in piazza San Marco. 
Tredici bengalesi sono stati rinviati a giudizio ieri dal giudice per l'udienza preliminare Francesca Zancan, la quale ha accolto la richiesta formulata dal sostituto procuratore Stefano Buccini: il processo si aprirà il prossimo 21 ottobre di fronte al Tribunale di Venezia. Le accuse formulate a vario titolo sono quelle di estorsione, tentata estorsione e rapina.

GLI EPISODI INCRIMINATI
Gli episodi finiti sotto accusa risalgono al 2017 e sono stati denunciati da due ambulanti, i quali hanno raccontato delle minacce e dei metodi violenti che sarebbero stati utilizzati da un gruppo di connazionali per indurli a versare il 50 per cento dei proventi della loro attività. Entrambi hanno successivamente rimesso la querela, ma i reati contestati agli imputati sono perseguibili d'ufficio e dunque il gup ha ritenuto che sia necessario un vaglio processuale per verificare la fondatezza di quanto denunciato. Gli imputati sono quasi tutti difesi dall'avvocato Damiano Danesin, tranne uno, assistito dall'avvocato Edoardo Montagni. La posizione di altre due persone, sempre originarie del Bagladesh, è stata stralciata in quanto risultano irreperibili, e dunque non possono essere processate.
I tredici bengalesi finiti a giudizio sono accusati non soltanto di minacce pronunciate in piazza San Marco, ma anche di essersi successivamente appostati sotto l'abitazione di uno dei due ambulanti, a Mestre, per convincerlo a versare loro la percentuale sulle vendite effettuate, senza però riuscirvi. «Scendi che adesso ti picchiamo», gli avrebbero gridato, brandendo bastoni e bottiglie di vetro, alcune delle quali scagliate contro la finestra dalla quale il connazionale si era affacciato. 


LE PERCOSSE

In un'altra occasione, secondo quanto contestato nel capo d'imputazione, uno dei due ambulanti fu percosso alla schiena con dei bastoni, a Mestre. E, successivamente, trascinato fuori dall'autobus, a piazzale Roma, e picchiato con calci. L'ipotesi di rapina si riferisce ad un'occasione nella quale sei degli imputati avrebbero strappato lo zainetto di uno degli ambulanti, sottraendogli 50 euro e i giochi in esso contenuti.
I due ambulanti, assistiti dall'avvocato Matteo Lazzaro, hanno rimesso la querela e rinunciato ad ogni azione risarcitoria nei confronti dei connazionali. Al processo saranno ascoltati e dovranno chiarire esattamente cosa è accaduto.
 

Ultimo aggiornamento: 16:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci