Salvini fiume in piena tra gli applausi: «La mafia è arrivata anche in Friuli»

Lunedì 24 Settembre 2018 di Lisa Zancaner
Salvini fiume in piena tra gli applausi: «La mafia è arrivata anche in Friuli»
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PRADAMANO - A due passi da Udine, nella storica sede che da sempre ospita la festa democratica, ieri sera in 6 mila hanno riempito il parco Rubia per il ministro dell'Interno Matteo Salvini, pronto a portare oggi al consiglio dei ministri il decreto sicurezza e immigrazione. Argomento centrale in una regione di confine come il Friuli Venezia Giulia, ma l'arrivo di profughi dai valichi di Austria e Slovenia verso la regione non sono l'unico nervo scoperto, perché anche qui si allunga la mano della criminalità organizzata. «La mafia è anche in Friuli», ha detto Salvini parlando della necessità di sequestrare i beni ai mafiosi. Se la mafia la maggior parte dei cittadini del Fvg non la tocca con mano, la questione dei profughi è sotto gli occhi di tutti, da Udine dove l'ex caserma Cavarzerani arriva spesso al collasso e dove il numero di migranti ha più volte superato quello stabilito dalla legge a Pordenone dove il  2018 si è aperto in un clima di tensione e dove solo una maxi-retata con l'arresto di numerosi profughi dediti allo spaccio di droga ha riportato la situazione alla normalità. Uno dei passaggi chiave del decreto che oggi approda al consiglio dei ministri riguarda proprio i richiedenti asilo che delinquono, a cui, secondo Salvini, va «strappata la richiesta di asilo e vanno rispediti a casa».

IL COLLEGAMENTOE dal Fvg è arrivata nella mani del leader del Carroccio la mozione depositata dal gruppo della Lega in consiglio regionale per fare in modo che lo Stato obblighi i soggetti che ospitano migranti a dotarsi di un'assicurazione che copra gli eventuali danni arrecati dai richiedenti alle strutture di accoglienza, fenomeno registrato in più occasione anche nelle strutture della regione. La questione profughi, insomma, è stata sotto i riflettori nel piccolo comune di Pradamano. «Il Fvg, terra di confine ha ricordato il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga sul palco assieme al vicepremier con il blocco dei arrivi dal mediterraneo ha rischiato di diventare la seconda Lampedusa. Il governo ha mandato rinforzi e la Regione le guardie forestali, così abbiamo bloccato l'ingresso dei clandestini». Un gioco di squadra tra Roma e Trieste per una regione che si trascina «un'eredità pesante di chi ha svenduto il Friuli Venezia Giulia per la propria carriera personale». È questa una delle regioni più attente al decreto targato Salvini sull'immigrazione e il ministro già si prepara a una battaglia: «Cominceranno i mal di pancia perché andremo a tagliare un po' di quattrini che certa gente si porta a casa con l'immigrazione». Mal di pancia che non toglieranno il sonno al ministro dell'Interno, come non lo hanno fatto le indagini sul caso Diciotti, «mi fanno dormire ancora più sereno perché so di essere nel giusto» e ha snocciolato i numeri sul blocco degli arrivi: «Nel 2017 sono stati 103.000, quest'anno, ad oggi, sono 20.000, che ci hanno consentito di risparmiare un miliardo di euro che investiremo in 100.000 assunzioni tra le forze dell'ordine». È stato un fiume in piena, insomma, Matteo Salvini, applaudito e acclamato anche quando ha toccato un altro tema che critiche e polemiche ha suscitato: la legittima difesa. «È urgente che il Parlamento approvi una legge che tuteli il sacrosanto diritto alla legittima difesa» e ha promesso, dall'altra parte «risarcimenti zero ai parenti dei rapinatori». Il vulcanico Salvini ne ha avute per tutti, lanciando bordate all'ex premier Matteo Renzi ricordato con una certa ironia, all'ex ministra Fornero la cui riforma è intenzionato a smontare e quando si parla di posti di lavoro e pensioni, i friulani giuliani non lesinano applausi. E in una terra vocata alla piccola impresa e all'agricoltura, Salvini ha saputo toccare le corde giuste, dal «far pagare meno tasse ai piccoli imprenditori il prossimo anno» al «tutelare i prodotti della terra». A guadagnarsi un lungo applauso anche il cantante Povia, esautorato da un comune friulani di centrosinistra e acclamato in quello che è diventato il parco della Lega per un giorno.
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