Ottanta colpi in casa con i residenti a letto: presa una banda di romeni

Sabato 28 Ottobre 2017 di Paola Treppo
Ottanta colpi in casa con i residenti a letto: presa una banda di romeni
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PREPOTTO, GONARS e BAGNARIA ARSA (Udine) - Si è conclusa con l’emissione e la notifica di due ordinanze di custodia cautelare in carcere il 6 ottobre scorso, successiva a due arresti in flagranza del primo maggio, l’operazione Highway condotta dai carabinieri del Norm della Compagnia di Palmanova, sotto la direzione di Maria Caterina Pace, sostituto procuratore della Repubblica di Udine, per la disarticolazione di un sodalizio criminale specializzato nei reati contro il patrimonio.

​Chi sono 
L'operazione ha portato all’arresto in flagranza di reato di due cittadini romeni: Marian​ Plugaru, 35enne e Marius​ Podan Ionel, 32enne. Successivamente c'è stata l’emissione, nei confronti del Plugaru e di un terzo cittadino rumeno, Dumitriu Mihai quarantunenne, di due ordinanze di custodia cautelare in carcere. Per quest’ultimo, ancora ricercato, verrà richiesto al Gip un mandato di arresto europeo. 

Colpi in tutto il Nord Italia 
La banda si muoveva con disinvoltura su tutto il Nord Italia: Udine, Gorizia, Treviso, Venezia, Padova, Vicenza, Verona, Brescia, Cremona, Pavia, Piacenza, Alessandria le provincie dove sono stati commessi i furti in abitazione e in attività commerciali. Parte della refurtiva, già recuperata da militari della Compagnia di Palmanova, comandata dal capitano Stefano Bortone, ammonta a circa 20.000 euro ed è stata restituita ai proprietari.

L'allarme e la paura nei paesi
La complessa e serrata indagine è stata avviata a seguito di denunce di furti messi nel corso delle notti comprese tra il 20 e il 31 gennaio 2017 in abitazioni nei comuni di Porpetto, Gonars e Bagnaria Arsa. I ladri avevano asportato con lo stesso modus operandi monili d’oro, telefoni cellulari, bigiotteria e soldi in contanti. Poi la banda pareva essere scomparsa nel nulla: non si potevano neanche raccogliere indizi utili sulla presenza di mezzi sospetti visti sul territorio preso di mira. Caparbiamente, però, i militari dell’Arma, al comando del maresciallo maggiore Alessandro Maggio, hanno esteso l'indagine e hanno individuato il furgone usato dai ladri per raggiungere le case da svaligiare.

La svolta
Si è scoperto che il furgone percorreva solo la rete autostradale per accompagnare il complice, lasciarlo in una piazzola di sosta o più raramente una stazione di servizio, che veniva cambiata di volta in volta, e continuare il suo percorso sulla stessa linea autostradale, allontanandosi per parecchi chilometri, a volte anche più di 100.

La chiave? L'autostrada e il cambio di mezzi 
Così facendo qualsiasi controllo fatto al furgone faceva non veniva associato ai furti in abitazione. Nello stesso frangente, il complice, scavalcando la recinzione a lato della sede autostradale, attraversando i campi, si dirigeva nel più vicino comune e portava a termine il colpo. A “fine serata” l’autista del furgone si faceva trovare in un luogo prefissato, sempre in autostrada, e il complice, a ritroso, scavalcava la recinzione e risaliva sul mezzo per fare ritorno verso la base, in un comune del Lago di Garda.

Rubavano con la gente in casa
I furti venivano sempre commessi nell’arco serale e notturno; nella maggior parte dei casi con le persone presenti all’interno delle abitazioni, con allarmismo e preoccupazione dei cittadini. Come in una partita a scacchi, le attività investigative hanno portato a individuare e identificazione dei componenti del sodalizio: 3 cittadini di nazionalità romena, già noti alle forze di polizia e pluripregiudicati per reati contro il patrimonio. Quasi 80 furti messi a segno dai romeni, dalla fine di gennaio, al primo maggio scorso, giorno dell’arresto in flagranza di reato di due dei tre ladri.
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