La mantide di Vienna: uccide e squarta
ex marito ed ex fidanzato, trovata a Udine

Venerdì 10 Giugno 2011
Estibaliz Carranz Goidsargi viene portata in carcere (Ansa)
UDINE - Ho fatto tutto da sola. Li ho uccisi usando la pistola di mio marito. Sono queste le parole che avrebbe pronunciato ai poliziotti che sono andati ad arrestarla, la trentaduenne spagnola Estibaliz Carranz Goidsargi, sulla cui testa pendeva un mandato di cattura europeo emesso dalla Procura di Vienna per duplice omicidio nel 2008 dell'ex marito, il berlinese Holger H., e nel novembre 2007 del compagno, Manfred H., austriaco di 48 anni.



La Questura di Udine era sulle tracce della donna già da ieri. Dopo aver ricevuto il formulario dell'Interpol, gli agenti avevano accertato che nella notte tra il 7 e l'8 giugno aveva pernottato in un hotel di Cavazzo Carnico (Udine).



I corpi fatti a pezzi, chiusi in due frigoriferi e murati. Carranz Goidsargi era scappata in Italia da Vienna subito dopo aver saputo che i corpi dell'ex marito e dell'ex fidanzato, fatti a pezzi e nascosti in due frigoriferi murati con il cemento, erano stati scoperti da due operai che stavano ristrutturando lo scantinato dello stabile in cui lei aveva in uso un appartamento e una gelateria.



Ospitata da un artista di strada a Udine. Giunta a Udine la giovane donna aveva fatto amicizia nei pressi della stazione con un coetaneo artista di strada udinese che suonava la chitarra e che, vedendola in difficoltà, le aveva offerto ospitalità. Ieri notte, però, il giovane ha cominciato a nutrire i primi sospetti sulla sua ospite che, in maniera confusa, parlava di omicidi e minacciava il suicidio. Controllati i siti internet visitati dalla ragazza, portali austriaci che parlavano del caso, ha cominciato a nutrire il sospetto di avere in casa la potenziale assassina ed ha quindi chiamato il 113.



Agli agenti che sono andati ad arrestarla, la ragazza non ha opposto resistenza: incinta di due mesi da un nuovo compagno austriaco, completamente all'oscuro di tutto, è stata trattenuta negli uffici della Squadra Mobile diretta da Massimiliano Ortolan prima di essere portata in carcere. La donna, che in Austria è già stata soprannominata Ice princess, la principessa del gelato, per l'attività che esercitava, è apparsa lucida e ha ammesso le sue responsabilità.



Giustifica i due omicidi come reazione a una serie di violenze fisiche e psicologiche a cui l'avevano costretta il marito prima e un successivo compagno dopo. Si è confidata così con la polizia la trentaduenne austriaca. La donna ha spiegato di aver colpito le sue due vittime con una pistola (ma nello scantinato di Vienna sono stati trovati anche due fucili): uno alle spalle davanti al computer, l'altro mentre era a letto. Ha detto poi di aver comprato una sega elettrica con cui ha fatto a pezzi i corpi, murati poi nei frigoriferi con il cemento che si era fatta recapitare con un taxi vicino al luogo del ritrovamento dei cadaveri.



Malore prima di andare in carcere. Prima di essere trasferita in carcere a Trieste, la donna, incinta di due mesi, è stata accompagnata in Ospedale a Udine dopo aver accusato un malore. Entro le prossime 48 ore verrà sentita dal presidente della Corte d'Appello, in attesa che dalle autorità austriache arrivi una richiesta di estradizione.
Ultimo aggiornamento: 16 Marzo, 19:16
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