Il Giro d'Italia si innamora del Friuli. Si faranno sei tappe in tre anni

Domenica 3 Marzo 2019 di Paolo Cautero
Il Giro d'Italia si innamora del Friuli. Si faranno sei tappe in tre anni
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UDINE - Triennio ciclistico da incorniciare, quello prossimo venturo degli anni 2020-2022. Almeno nelle premesse, dopo l'annuncio che le edizioni numero 103, 104 e 105 del Giro d'Italia per professionisti saranno di scena anche sulle strade del Friuli Venezia Giulia. E, ogni volta, con addirittura due tappe. Enzo Cainero, il manager udinese che dall'inizio del Duemila collabora con la Rcs-La Gazzetta dello Sport organizzatrice della corsa della maglia rosa, rimane fermamente convinto che per ottenere risultati bisogna programmare su scala pluriennale. Così è avvenuto già dal 2016 al 2018. Presto il copione verrà replicato. La Regione ora guidata da Massimiliano Fedriga ha sposato il progetto ed i presupposti per una sua completa riuscita ci sono. Cominciando dai consolidati rapporti tra Rcs e Cainero, un'accoppiata già al lavoro per concretizzare i programmi. Certo che ogni edizione del Giro fa storia sè e i suoi percorsi scaturiscono da una logica capace di rinnovare il fascino dell'ormai ultrasecolare antica competizione nazionale.
 
LE CERTEZZEQuasi tutto resta da definire: da ricordare che intanto incombe il Giro 2019, come al solito a maggio, da cui il Fvg stavolta rimarrà escluso. L'annuncio di quello successivo avverrà a fine anno.
Di sicuro c'è che una frazione del 2020 partirà dall'aeroporto di Rivolto. E subito emerge la sensazionalità dell'avvenimento, trattandosi di una base militare che richiede adeguati requisiti di sicurezza (i girini vi sono già transitati un paio di volte in passato, però senza il supporto di pubblico). Se poi si aggiunge che quella nei pressi di Codroipo è la casa delle Frecce Tricolori, conosciute ed ammirate a livello mondiale, ecco che quanto accadrà quel giorno avrà una risonanza mediatica fuori del normale. Infatti parecchie decine di migliaia di appassionati potranno entrare in aeroporto, con conseguente schieramento di personale di sicurezza. Se il meteo sarà propizio, le Frecce si esibiranno salutando poi con la scia bianco-rosso-verde dei loro aerei che suscita sempre forte emozione. In particolare essa sarà dedicata ai duemila componenti la carovana rosa, che non mancheranno di sfilare poi davanti alla seicentesca splendida e non lontana Villa Manin di Passariano.
Circa le partenze delle altre cinque tappe, si vedrà.
PARTENZE E ARRIVIAltra convinzione di Cainero è che debbano essere sempre solo le strade regionali teatro delle due frazioni previste, in modo di avere garantita totale visibilità. Quindi andranno scelte altre località (a quanto sembra, le richieste non mancano: parecchie sollecitazioni proverrebbero da Sacile, tradizionalmente terra di ciclofili). Per gli arrivi, invece, indiscrezioni rivelano un paio di suggestive possibilità anche se un ritorno (sarebbe la settima volta) sullo Zoncolan appare scontato: la dura salita carnica è entrata nella storia del ciclismo internazionale poiché, sulla base di specifici parametri indicativi, viene classificata la più difficile in Europa. L'impegno della Regione conserva la sua spiegazione nell'efficace carica promozionale a connotazione mondiale che il passaggio del Giro garantisce (sono 198 le nazioni che seguono le telecronache della Rai con almeno 800 milioni di spettatori): le bellezze nostrane di valore storico, artistico, paesaggistico e via dicendo potranno contare su una cornice di pubblico di livello planetario.
GRADO E IL LUSSARIEd esistono un paio di traguardi finali degni di ben reclamizzare il Fvg. Entrambi, però, racchiudono un notevole tasso di difficoltà organizzative. Uno sarebbe Grado: spiaggia internazionale di grandi tradizioni e dove il Giro d'Italia è comunque arrivato già una volta oltre sessant'anni fa (ospitando inoltre una partenza nel 2009). Approdare in pieno centro dell'Isola d'oro, presso il Parco delle Rose, dopo avere girovagato attraverso quella pianura della Bassa friulana non mancando di omaggiare la grandiosa basilica di Aquileia e concludere tagliando la bella laguna, costituirebbe uno spot quanto mai efficace. Ma per ora ci sono ostacoli di carattere logistico in abbondanza per fare digerire l'idea a quelli della Rcs-La Gazzetta dello Sport. Con fantasia e buona volontà tutto comunque rimane possibile.
Così anche per l'arrivo in prossimità di quell'autentico gioiello costituito dal monte Lussari, quota 1789. Borgo fiabesco in particolar modo quando d'inverno è innevato - con pochi edifici e il suggestivo Santuario mariano oggetto della fede cattolica di italiani, sloveni ed austriaci. Fuori discorso la possibilità di raggiungerlo con le auto, il pubblico dovrebbe faticare a piedi lungo il Sentiero del Pellegrino che sale da Tarvisio oppure scarpinando per la strada forestale di otto chilometri e mezzo con inizio ai Prati Oitzinger di Valbruna, che costituirebbe lo stesso percorso conclusivo della tappa: pendenza media del 12 per cento e, in alcuni passaggi, addirittura del 18. Adesso sterrata teatro da quasi trent'anni della Lussari bike di mountain bike - andrebbe sistemata adeguatamente e, a seconda di come la si vuole trasformare, la spesa varierebbe da 600 mila euro a un milione, richiedendo mesi di lavoro. Prima della conclusione, i concorrenti potrebbero sbizzarrirsi per salite del Tarvisiano e dintorni (Pramollo, Casal di Lanza, Sella Cereschiattis) oppure sconfinare in Slovenia dove non mancano arrampicate serie.
TUTTO IL FVGFra le certezze spicca la volontà di interessare con i tracciati tutte e quattro le Province regionali. Quanto accadrà fra il 2020 e 2022 dovrebbe registrare inoltre il passo d'addio di Enzo Cainero sul palcoscenico del Giro d'Italia. Una scelta che sembrava già deciso a compiere dopo quindici anni di impegno (ricco di grandi soddisfazioni, ma anche di fatica), ma il rilancio delle ambizioni della Regione lo ha convinto e rimettersi in gioco. E ciò, malgrado gli impegni professionali (è commercialista) restino notevoli, con in aggiunta il desiderio di ritagliarsi momenti in compagnia degli amici, partecipare alle adunate alpine col consunto cappello con la penna in testa, uscire in bicicletta (però adesso non più spingendo sui pedali ma in sella a quelle elettriche, con cui fatica assai meno). Si avvia ai 75 anni: una scadenza anagrafica che sollecita scelte definitive. La chiusura del personale ventennio in rosa vuole interpretarla alla grande. Come a lui piace e sovente ci riesce. Quindi, aspettare e osservare.
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