La nuova acciaieria di Danieli apre crepe politiche in Friuli Venezia Giulia

Ieri in audizione il presidente Benedetti non si presenta ma spedisce una lettera: «Grande occasione di progresso»

Venerdì 22 Settembre 2023 di Antonella Lanfrit
La nuova acciaieria di Danieli apre crepe politiche in Friuli Venezia Giulia

UDINE - Il tempo metterà in evidenza se il «no» all’acciaieria Metinvest-Danieli nella zona industriale dell’Aussa Corno a San Giorgio di Nogaro, espresso dalla Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia attraverso l’assessore alle Attività produttive Sergio Bini il primo settembre, sia stata una “fuga in avanti” dell’Esecutivo rispetto al ruolo del Consiglio regionale e se, addirittura, come alcuni ipotizzano, la decisione sia stata solitaria, piuttosto che convintamente collegiale. Se così fosse, sarebbe l’innesco di una crepa politica in una maggioranza di centrodestra all’inizio della seconda legislatura guidata da Massimiliano Fedriga e abbondantemente premiata dalle urne lo scorso aprile.


Il fatto certo è che, invece, ieri la lunghissima audizione – 6 ore - svoltasi in Consiglio regionale alle commissioni II e IV ha rafforzato piuttosto che indebolito la posizione della Giunta tra i banchi di maggioranza e anche tra quelli dell’opposizione.

L’audizione, richiesta da dieci consiglieri dell’opposizione, ha previsto molte voci riguardo – tra le quali quella dei proponenti il progetto dell’acciaieria green da oltre 2 miliardi di investimento – e non ne ha convocate altre, così che ieri ai botta e risposta tra politici si sono aggiunte quelle dei non convocati, tra i quali i comitati dei cittadini che hanno raccolto le 25mila firme contro il progetto – ma avranno un’audizione tutta per loro – e quella dell’associazione Piccole e medie industrie, che non era accanto a Confindustria Udine, Fvg e Confartigianato.


Per chi voleva esserci e non c’è stato, c’è chi era molto atteso e ha declinato. Come il gruppo Danieli con il suo presidente Gianpietro Benedetti. «Per oltre 2 anni i competenti uffici e la Giunta regionale hanno investito tempo ed energie in analisi e approfondimenti per definire le effettive modalità di esecuzione e di finanziamento del progetto – ha scritto il presidente Benedetti nella lettera inviata al Consiglio per motivare l’assenza -. All’inizio di settembre, tuttavia, abbiamo appreso a mezzo stampa della volontà della Giunta regionale di privilegiare investimenti diversi nell’area industriale dell’Aussa Corno». Benedetti ha proseguito ribadendo le caratteristiche fondamentali e del tutto innovative del progetto, sostenendo anche che «il dibattito pubblico è stato condizionato dall’azione di comitati e associazioni pseudo-ambientaliste che hanno impedito sinora una discussione seria e serena». Da qui la conseguenza di considerare «prematuro presenziare al dibattito su questo tema».


È stato l’assessore Bini, presente ai lavori delle commissioni, a rispondere alla missiva, seppur a distanza, soprattutto per precisare che i proponenti sono stati avvertiti della decisione della Giunta prima che la notizia fosse pubblicata: «La telefonata l’ho fatta io, dopo l’incontro con i sindaci». Per il resto, le vedute riguardo al progetto sono parse decisamente distanti tra i proponenti e il territorio dove dovrebbe essere inserita l’acciaieria, nonostante i riscontri scientifici degli studi dell’Università di Udine, di Trieste e dalla società Smart Land che «a priori» non indica secche contrarietà. Danieli ribadisce «la convinzione che il Digital steel green project è fabbrica virtuosa per quanto concerne l’ambiente, “rompighiaccio” in termini di tecnologie innovative e rappresenta una grande occasione per contribuire al progresso e al welfare sociale in Friuli Venezia Giulia», come ha scritto il presidente Benedetti. Il quale ha anche ricordato il motivo della scelta della sede in Aussa Corno: «Rallentare il declino industriale della regione e ancor di più della provincia di Udine».


I nove sindaci dell’area hanno invece ribadito compatti il «no», così come le associazioni ambientaliste. Più cauti i sindacati; articolate le posizioni delle associazioni datoriali: Confindustria Udine ha posto l’accento sulle infrastrutture di cui necessita tutta l’area, Confindustria Fvg ha detto dei riflessi sul turismo che potrebbe avere un simile impianto, Confartigianato ha considerato il rapporto area-tipologia di progetto. Le escluse Confcommercio Fvg e Confapi Fvg, con i presidenti Giovanni Da Pozzo e Massimo Paniccia, hanno chiesto di sapere «almeno se c’è un metodo per le convocazioni». All’assessore Bini la conferma della posizione della Giunta: «Non c’è lo spauracchio dell’inquinamento, ma ci sono criticità relative ai trasporti e in particolare a un impianto ferroviario assolutamente sottodimensionato, con necessità di investimenti per decine di milioni di euro».

Ultimo aggiornamento: 17:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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