Rubavano nelle case e rivendevano
la merce al Sud: due in manette

Venerdì 5 Agosto 2016 di E.B.
Rubavano nelle case e rivendevano la merce al Sud: due in manette
TRIESTE - Professionisti di furti nelle abitazioni avevano messo a segno una serie di colpi in città ma anche in Toscana (nelle province di Pisa, Livorno e Firenze) per poi vendere il ricavato al Sud. La Polizia di Stato di Trieste, coordinata dalla Procura della Repubblica giuliana, ha arrestato, con la collaborazione della Polizia di Stato di Pisa, due cittadini di nazionalità georgiana Tigilauri Beka e Mezvrishvili Givi, eseguendo altrettanti provvedimenti di cattura emessi dal Gip del Tribunale di Trieste.  Le indagini affidate alla Squadra Mobile di Trieste dopo la consumazione di vari furti in abitazione avvenuti a Trieste nel mese di maggio hanno consentito di risalire all’identità dei due ladri di professione che si erano impossessati di numerosi oggetti in oro dopo essersi riusciti ad introdurre con affinata maestria all’interno di un’abitazione in zona Via Giulia e di un’abitazione vicino via Cavour, violate nonostante fossero dotate di porte blindate.

I successivi riscontri eseguiti nelle abitazioni svaligiate e i numerosi dettagli reperiti in merito alle circostanze del fatto hanno consentito di ipotizzare che i furti fossero opera di consumati professionisti del settore, avviando un’attività tecnica nei confronti dei due ladri. Nel corso delle indagini non solo sono emersi gli elementi di prova dei furti commessi a Trieste ma si sono delineati i tratti di un contesto criminale ben strutturato: i due georgiani privi di attività lavorativa si dedicavano unicamente ai furti in abitazione. I due uomini, sono stati fermati dalla Squadre Mobili di Pisa su indicazione di quella triestina e condotti in carcere dove risponderanno dei furti consumati nelle diverse città italiane bersagliate. 

La Squadra Mobile di Pisa ha tratto in arresto anche Besik Arabuli, anch'egli georgiano: è stato trovato in compagnia di Tigilauri Beka insieme ad altri 2 connazionali. Dai successivi accertamenti è risultato destinatario di un provvedimento di cattura per reati predatori e inosservanza sulla normativa sull’immigrazione. Arabuli ha manifestato segni di nervosismo già dai primi momenti delle attività che hanno portato all’arresto degli altri due connazionali fingendo anche di non capire assolutamente una sola parola di italiano. Improvvisamente, inteso quanto stava accadendo, gli è tornata la memoria e si è ricordato di conoscere la nostra lingua. Infatti ha tentato di respingere qualunque addebito. Dovrà scontare oltre 2 anni di reclusione
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