"El circo" di Botero ispira l'elisir d'amore di Donizetti al teatro Verdi

Mercoledì 13 Marzo 2019 di E.B.
"El circo" di Botero ispira l'elisir d'amore di Donizetti al teatro Verdi
TRIESTE - L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti, melodramma giocoso in due atti su libretto di Felice Romani, una delle opere più popolari da quasi duecento anni, ritorna al Teatro lirico Giuseppe Verdi di Trieste (dal 15 al 23 marzo) con un nuovo allestimento della Nausica Opera International ispirato a “El circo” di Fernando Botero. Maestro Concertatore e Direttore Simon Krečič, regia e scene di Victor García Sierra. «Generosità, sensualità e colore sono caratteristiche che identificano lo stile unico e inconfondibile del maestro Fernando Botero. Nel tentativo di unire il suo stile con l’italianità – spiega il regista  – mi sono ispirato a uno dei suoi quadri della serie ‘El circo’ e ho trovato un chiaro richiamo dei suoi personaggi con quelli dell’opera di Donizetti. A poco a poco ho scoperto, nella visione della vita che il maestro ci trasmette – afferma ancora – un mondo pieno di poesia, che mi è servita come punto di partenza per scoprire in altre sue opere un gran numero di personaggi molto interessanti e per dare una versione particolare all’opera di Donizetti, nella quale tutti i cantanti solisti e gli artisti del coro diventano doppiamente protagonisti. Ognuno sarà un dipinto di Fernando Botero, che prenderà vita con la grande musica di Donizetti». 

Rappresentata per la prima volta il 12 maggio 1832, "L’elisir d’amore" ottenne un successo grandioso, venne ripresa nei maggiori teatri italiani e tradotta anche all’estero, restando uno dei più importanti trionfi della carriera di Donizetti.
L’elisir d’amore è uno spartito complesso in bilico fra più generi, in cui s’incontrano caratteristiche di diversa provenienza, che s’integrano e si compensano a vicenda. La trama, un’inverosimile vicenda d'amore ambientata in un villaggio di contadini, contiene ogni sorta di espedienti: colpi di scena, ciarlatani che propongono filtri magici, improvvise eredità, gelosie, struggimenti, partenze per la guerra, fino all'allegro lieto fine, in cui anche i 'cattivi' si riscattano e trovano soddisfazione. La semplicità (che a volte sfiora la caricatura) dei sentimenti dei personaggi è un motivo comune all’opera romantica di ambientazione paesana. La scarsa definizione dei personaggi, che agiscono più come burattini (o se si vuole maschere) che come figure autonome provviste di una identità marcata, non va vista come un limite o un difetto: librettista e compositore accettano consapevolmente le regole del gioco dell’opera buffa, in cui più che la psicologia conta l’intreccio, e quest'ultimo a sua volta non è che un pretesto per numeri musicali brillanti, che si facciano ricordare e assicurino allo spettacolo successo e fortuna. 
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