Montebelluna. Volontario in Kenya a quasi 90 anni: «Qui c'è molto da fare». Ora parte per un viaggio di 700 chilometri

Giovedì 22 Febbraio 2024 di Laura Bon
Montebelluna. Volontario in Kenya a quasi 90 anni: «Qui c'è molto da fare». Ora parte per un viaggio di 700 chilometri

MONTEBELLUNA (TREVISO) - ​A quasi novant’anni Gino Merlo parte, ancora una volta, volontario per il Kenya. L’amore per una terra bellissima e poverissima e per chi ci abita, unito alla volontà di “sostenere” e non lasciare sola in un’impresa non semplice la moglie Silvana, hanno indotto Merlo, anima dell’Avi (Associazione volontariato insieme) presieduta da Francesco Tartini, a vivere ancora una volta un’esperienza che alla sua età ha quasi dell’incredibile.


TRENTESIMO VIAGGIO
A 87 anni suonati, il prossimo 28 febbraio Merlo affronterà con Silvana l’ennesimo tour di tre settimane per il monitoraggio dei progetti Avi in Kenya, con 700 chilometri di strade sconnesse da percorrere e tappe a Mujwa, dove vive l’altro arzillo neo ottuagenario montebellunese Daniele Schiavinato, e poi Isiolo, Maralal nel desertico nord per visitare il Centro Kikora. Soprattutto, però, si mira alla tappa finale alla Rieti Farm, dove Avi, che realizza progetti dal 1987, ne sta seguendo uno volto a portare l’acqua in vari villaggi. Un’avventura della quale l’anziano di Contea parla con una naturalezza incredibile. «L’ultima volta sono andato in Kenia nel 2019 -racconta- Ora, nonostante vari acciacchi, ho deciso di tornarci perché gli altri non possono farlo e quindi non voglio mandare mia moglie (che di anni ne ha 74, ndr) da sola. Per seguire le nostre attività è necessario arrivare anche ai confini con l’Etiopia: lì si verificano incidenti perché c’è una situazione di guerriglia.

Credo che un po’ di sacrificio sia indispensabile: dobbiamo controllare ogni anno come vanno le cose, ma nessuno riusciva ad accompagnare Silvana. Così ho pensato di partire». Si tratta del trentesimo viaggio di Gino Merlo fra Kenya e Mozambico. «Agli africani bastano acqua, energia elettrica e istruzione -afferma- ma il volontariato è in declino e c’è anche un po’ di razzismo, in qualche caso legato alle situazioni che si verificano anche qui da noi. Per aiutare quelle popolazioni non serve molto. Basterebbe mandare dei ragazzi della scuola agraria di San Gaetano perché dicessero loro, ad esempio, cosa si può e non si può coltivare in quei terreni». Ma a Gino preme anche l’aspetto relativo all’istruzione. «Seguiamo con le adozioni a distanza circa 2mila bambini e ragazzi: dall’asilo all’università. Bisogna perciò controllare che vadano a scuola davvero». Così, ancora una volta, il volontario mette al bando le paure e si prepara al viaggio. Ma non vuole complimenti. «Non sono io quello bravo -si schermisce- brava è l’Avi e ad accompagnare mia moglie è per prima la sua anima».


LA PRIORITA’ ATTUALE
Fra i vari progetti viene particolarmente seguito in questa fase quello relativo alla Rieti Farm. «Dobbiamo comprare il carro botte» dice Merlo. A Manyonge, infatti, Avi ha avviato nel 2018 il Centro di Sviluppo Integrato “Rieti Farm” dotandolo tra l’altro di un pozzo e di un trattore. La comunità locale punta però ora a condividere queste preziose risorse acquistando un carro botte per distribuire l’acqua anche nei villaggi vicini o presso serbatoi scolastici. Ed è per questo che Avi sta raccogliendo fondi. Il sogno della Comunità di Manyonge è infatti agganciare al nuovo trattore il carro botte, per condividere con i villaggi vicini, dove vivono complessivamente circa 8mila persone, l’acqua del pozzo di Rieti Farm, che viene pescata limpida, fresca e potabile a 80 metri di profondità. Al riguardo, i fondi raccolti da Avi sfiorano già i 7mila euro. «La raccolta continua -dice Francesco Tartini, presidente Avi- e con le maggiori somme che speriamo possano arrivare acquisteremo dei serbatoi in pvc per creare nuovi punti di distribuzione».

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