Stupro alla stazione, il violentatore
aveva già aggredito un'altra ragazza

Mercoledì 26 Ottobre 2011 di Valeria Lipparini
Il maniaco incontra la prima ragazza, che però gli sfugge (frame dal video)
TREVISO - Il mostro in agguato. Protetto dal buio che alle 6.50 di mattina avvolge ancora ogni cosa. Con una sola idea in testa: trovare una ragazza. Una ragazza qualsiasi. E violentarla. Terribile. E choccante. Perché nulla ha fatto vacillare il suo piano. Non ci sono stati cedimenti, ripensamenti, dubbi o incertezze. Voleva stuprare una giovane donna. E ci ha provato finchè non c’è riuscito. Non una volta sola, ma due. Con due ragazze diverse, nella stessa mattina, a distanza di un quarto d’ora l’una dall’altra.



È questa la terribile verità che emerge dalle frenetiche indagini per dare un volto e un nome al maniaco che lunedì, alle 7 di mattina, ha aggredito una studentessa trevigiana 21enne, stuprandola.

Poco prima di lei, aveva tentato con un’altra ragazza. Si era avvicinato e aveva fatto il gesto di afferrarla per un braccio. Una frazione di secondo mentre le telecamere della stazione riprendevano il film dell’orrore. Lei lo ha visto con la coda dell’occhio. Ha preso paura e si è messa a correre a perdifiato, senza girarsi indietro, senza urlare. Forse, senza capire che si era salvata da una violenza carnale. La polizia la sta cercando perchè una sua testimonianza potrebbe essere fondamentale.



La bestia, però, non si è arresa. Ha ricominciato a "pattugliare" il territorio in cerca di un’altra vittima. Ha percorso ancora il sottopasso ferroviario, si è appostata nelle vicinanze dell’uscita, verso via Dandolo. E ha atteso. Dopo un quarto d’ora ha sentito i passi di un’altra ragazza, che aveva parcheggiato l’auto lì vicino e si dirigeva in stazione per prendere il treno e recarsi all’Università, a Padova. Attorno non c’era nessuno. E ci ha provato di nuovo. Stavolta più veloce, senza esitazioni. Ha afferrato la ragazza alle spalle e l’ha trascinata in un cortile che si trova di fianco all’uscita del sottopasso ferroviario. Un luogo che non è sorvegliato da telecamere. La studentessa ha tentato una reazione, una breve lotta. Si è ferita a un ginocchio. Ma a quel punto l’aggressore le ha puntato un coltello alla gola.



«Sta zitta e ferma altrimenti ti ammazzo» le ha sibilato all’orecchio. Giovane, olivastro di pelle, corpulento, è stato convincente. La ragazza, in preda allo shock, ha subito la furia bestiale del maniaco. L’incubo è durato un quarto d’ora. Poi, dal palazzo di fronte si è accesa una luce. Una studentessa stava uscendo per andare a scuola. La bestia non si è sentita più sicura. È fuggita abbandonando scarpe e mutande sul luogo dello stupro. Ha afferrato i pantaloni e ha raggiunto la chiesa vicina di San Zeno, dove si è rivestito. Con sè ha tenuto il coltello. È stato visto da un residente che ha allertato la polizia ma quando la pattuglia è arrivata, del maniaco non c’era più traccia.
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 19:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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