Omicidio di Riese. Nicola Scapinello sul test del dna del bimbo che Vanessa Ballan portava in grembo: «Era mio, non ho mai avuto dubbi»

Sabato 20 Gennaio 2024 di Maria Elena Pattaro
Omicidio di Riese Pio X, le parole di Nicola Scapinello sulla paternità del bimbo che Vanessa Ballan aveva in grembo

RIESE PIO X (TREVISO) - «Ero sicuro che fosse figlio mio». Nicola Scapinello non aveva dubbi sull’esito del test del Dna eseguito sul feto che la sua compagna Vanessa Ballan portava in grembo. La 26enne era stata uccisa a coltellate il 19 dicembre scorso dall’imbianchino kosovaro Bujar Fandaj, suo ex amante. La giovane commessa dell’Eurospin di Riese, già mamma di un bimbo di 4 anni, era incinta di due mesi e mezzo. Aspettava il secondo figlio dal compagno. Ed è per questo che il 41enne kosovaro l’avrebbe ammazzata: perchè quella gravidanza era di fatto la fine di ogni possibilità di rimettersi con lei, come aveva cercato per mesi di convincerla. Non sarebbero bastate più nemmeno le minacce e le ritorsioni. Per lui, ormai, c’era solo spazio per la vendetta. Il tanto atteso esito del test del Dna sul piccolo è arrivato giovedì. E ha confermato quello che Nicola in cuor suo già sapeva e che fin da subito aveva ribadito a chi in questo mese di buio e orrore gli è rimasto accanto. La compagna stessa, quando ha denunciato Fandaj, aveva detto agli inquirenti di essere incinta del compagno. Ma la Procura ha voluto fugare ogni dubbio sulla paternità del feto.

Non tanto per modificare le pesantissime accuse nei confronti dell’assassino, quanto più per chiarire il movente. Il test di paternità era stato eseguito insieme all’autopsia sul corpo della donna dal medico legale Antonello Cirnelli. L’esame post mortem aveva anche stabilito che la ragazza era stata uccisa quella tragica mattina, quando l’operaio 41enne si era introdotto nell’abitazione di Spineda, con 8 coltellate. 


IL MOVENTE 
L’esito del test ha spazzato via illazioni e speculazioni seguite all’omicidio, proprio sull’effettiva paternità del nascituro. «Nicola continua a vivere nel dolore da quel tragico giorno» riferisce chi è vicino in questi giorni a Scapinello. Ma allo stesso tempo ha chiarito il movente del delitto: Fandaj dopo aver perseguitato per mesi la 26enne, che dopo la denuncia di fine ottobre aveva troncato ogni tipo di rapporto o frequentazione con il 41enne, almeno stando a quanto finora emerso, era venuto a sapere che la ragazza era incinta del secondo figlio dalle colleghe di lavoro di Vanessa. E a quel punto ha capito che nella vita della 26enne non ci poteva più essere spazio per lui. Proprio la notizia della gravidanza sarebbe stata la miccia che ha fatto esplodere la furia omicida di Fandaj. 


LA RELAZIONE
L’uomo non si era mai rassegnato alla fine della relazione con la cassiera, con cui sperava di mettere su famiglia. Continuava a tormentarla con chiamate, messaggi, appostamenti, aggressioni. L’avrebbe costretta ad avere altri rapporti dietro la minaccia di rivelare tutto al suo compagno. Come poi ha fatto: la sera del 25 ottobre Bujar aveva inviato a Scapinello un video inequivocabile sulla loro relazione clandestina. A quel punto Vanessa aveva deciso di confessare il tradimento e di denunciarlo. Per due mesi non si era più fatto vivo. Poi la vendetta. Fandaj, difeso dalle avvocate Chiara Mazzocato e Chiara Bizzoli, è in carcere a Santa Bona, accusato di omicidio volontario pluriaggravato: un reato da ergastolo. Il 30 gennaio, salvo ripensamenti, si farà interrogare dal pm Michele Permunian per fornire la sua versione dei fatti.

Ultimo aggiornamento: 17:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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