Morte sul Suv: «Ho visto quell'auto senza autista, lei stringeva il volante»

Martedì 18 Settembre 2018 di Roberto Ortolan
Mario Pederiva
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MIANE - «Una scena impressionante, incredibile. Abbiamo visto il Rover muoversi, lentamente, e una donna che sembrava aggrappata al volante, stando seduta sul sedile del passeggero», inizia così la testimonianza choc di Mario Pederiva che ha assistito e visto con i propri occhi l'inizio dell'incidente che è finito in tragedia, con la morte della 72enne Adriana Bertolo. Il fuoristrada ha imboccato la discesa e, manovrato a stento dalla donna, ha poi preso velocità, percorrendo quasi 1,5 chilometri, fino all'epilogo che non ha dato scampo alla 72enne.

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«Stavo salendo con un amico ed ero quasi arrivato a casa, che si trova al civico 70, sulla collina di Guia di Valdobbiadene - ha aggiunto Pederiva - quando ho notato il suv. Scendeva piano. Era stato parcheggiato qualche  metro più in alto e si era appena mosso. Era senza conducente. Ci siamo guardati stupiti, vedendo quelle mani protese dal lato passeggeri. Abbiamo pensato che forse si stavano abbracciando».
LA CRUDA REALTÀMa subito è apparso chiaro che al volante non c'era nessuno. «Il mio amico - aggiunge Mario - voleva fare inversione. Per capire cosa stesse accadendo. Magari tentare di fermare il mezzo. Ma non abbiamo fatto in tempo». In quell'istante è arrivato l'ex primario Paolo Manente, che era sceso pochi istanti prima dal fuoristrada per risalire la collina e chiedere informazioni su una casa in vendita. «Quell'uomo ci ha fatto un cenno - aggiunge Pederiva - per chiederci un'informazione. Ci siamo fermati un attimo. E proprio in quell'istante anche lui ha alzato gli occhi e si è accorto che l'auto che aveva parcheggiato a pochi metri da casa mia si stava muovendo verso la valle. Ormai era troppo tardi. Il fuoristrada aveva preso velocità ed era impossibile raggiungerlo e fermarlo. Il Rover, pochi attimi, è sparito dietro a una curva».
UN INCUBONessuno può sapere cosa è poi accaduto nell'abitacolo del Suv.

Cosa ha fatto e pensato Adriana Bertolo che, improvvisamente, si è trovata lanciata in discesa con una mezzo senza controllo. Forse, come ha riferito Mario, si è istintivamente aggrappata al volante, per guidare il Suv, nonostante fosse seduta sul sedile del passeggero. Nessuno può immaginare la sua angoscia e la paura. Ma Adriana è riuscita a guidare il Rover. Il mezzo ha infatti affrontato una curva a sinistra e l'ha percorsa, trovandosi poi di fronte un lungo rettilineo, con due piccole curve che si possono superare quasi senza muovere il volante. Lei, d'istinto, ha continuato a tenere fermo il volante. Forse se lo avesse lasciato andare, il fuoristrada si sarebbe schiantato dopo una decina di metri e a velocità moderata. E quasi sicuramente Adriana se la sarebbe cavata con qualche ammaccatura. Invece la 72enne, con il cuore che le batteva a mille per l'ansia, ha pensato che per lei ci sarebbe stata una via di fuga. La possibilità di rallentare e fermarsi. Non ha pensato di dare un colpo di sterzo per finire in un campo. Il Suv, aiutato dalla pendenza della strada, ha preso sempre più velocità (raggiungendo i 70/80 orari). E quando la strada è terminata, per immettersi in una perpendicolare, per Adriana non c'è stata possibilità di svoltare. Il fuoristrada è proseguito dritto, andando a disintegrarsi contro un muretto, su una rotonda in comune di Miane. Un botto terribile che non ha dato scampo alla 72enne che è morta sul colpo, anche perché gli airbag non sono esplosi. E dopo il rumore delle lamiere accartocciate gli infiniti secondi di silenzio. E la speranza che ha dovuto fare posto alla morte.

Ultimo aggiornamento: 19 Settembre, 09:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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