Morta dopo il parto.«Perché non ​le hanno fatto il taglio cesareo?»

Sabato 16 Marzo 2019 di Maurizio Marcon Denis Barea
Francesca Schirinzi
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ANNONE VENETO - Slitterà di qualche giorno (era stata ipotizzata per lunedì) l'autopsia su Francesca Schirinzi, la 34enne di Annone Veneto morta poche ore dopo aver dato alla luce un bimbo, all'ospedale di Oderzo. Il pm assegnerà l'incarico nelle prossime ore. «L'ultima cosa che ho sentito è stato il suo gemito quando ha dato l'ultima spinta - riferisce il marito, Antonio Giordano - Sono andato con l'ostetrica in un'altra stanza dove il piccolo è stato lavato. Quando sono tornato da Francesca le stavano praticando un massaggio cardiaco. Ai piedi del letto c'era una pozza di sangue». Secondo il legale dei familiari, l'avvocato Cosimo Miccoli del Foro di Lecce, proprio l'emorragia che ha colpito la 34enne potrebbe essere stata la causa dei tre arresti cardiocircolatori: dopo quello successivo alla nascita del bambino se ne è verificato uno durante il trattamento in sala operatoria mentre il terzo, quello fatale, è avvenuto mentre la donna veniva sottoposta ad una tac. «Vogliamo sapere come sia possibile che Francesca sia entrata in ospedale a Oderzo con le sue gambe e ne sia uscita morta» - tuona l'avvocato Miccoli, che ha presentato a nome della famiglia un esposto contro l' Ulss 2.
 
Assisteranno il medico legale che sarà nominato dalla Procura trevigiana un perito di parte nominato dallo sposo della vittima e un suo zio pure medico, Oronzo Giordano. Dalla documentazione sul decorso della gravidanza, sarebbero emersi punti da chiarire. «Voglio capire ripete Antonio Giordano perché Francesca non c'è più perché mio figlio Marco Francesco un giorno non si senta responsabile della morte della mamma. Mio zio medico ha studiato alcune delle carte. In particolare ci sarebbero dubbi su un elettrocardiogramma, sul mancato uso dell'ossitocina, ormone che favorisce e aiuta le contrazioni al momento del parto, sul perché non sia stato valutato un taglio cesareo».
Chiede di fare chiarezza sulla vicenda anche il sindacato della Funzione Pubblica della Cgil. Per il segretario Ivan Bernini «sono passati troppi mesi da quando abbiamo evidenziato alla Regione e alla Commissione consiliare competente, senza ricevere risposta, alcuni problemi che riguardavano proprio i punti nascita del Trevigiano». 
Intanto continuano le manifestazioni di cordoglio.

Dal Salento sono saliti ad Annone molti parenti della famiglia: da Castrignano del Capo i cari di Francesca, da Squinzano quelli di Antonio. Ieri, alle 13, la scuola materna Madonna Fatima, frequentata dalla sorellina più grande di Marco, ha chiuso in anticipo. Alle 18, si è svolta in chiesa una veglia molto partecipata.

Ultimo aggiornamento: 12:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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