Estorsioni per favorire i Casalesi: sette persone arrestate dalla Dia

Martedì 18 Dicembre 2018 di E.B.
Estorsioni per favorire i Casalesi: sette persone arrestate dalla Dia
Mostravano ai creditori foto dei loro familiari inducendoli a rinunciare al dovuto e a cedere beni mobili e immobili a società di un presunto intermediario finanziario, che a sua volta girava tutto all'organizzazione criminale. È «l'episodio madre» dell'operazione Piano B, che ha portato oggi all'arresto di 7 persone tra Veneto, Campania, Lombardia ed Emilia Romagna, su disposizione della Procura distrettuale antimafia di Trieste. L'accusa è di aver partecipato, a vario titolo, a estorsioni commesse in Croazia e pianificate in Italia, aggravate dal metodo mafioso e dalla transnazionalità del reato e finalizzate a favorire gli interessi dei Casalesi. Si tratta di un'operazione «inedita» per la città, perché come sottolineato dal procuratore, Carlo Mastelloni, «non è mai accaduto» sul territorio che venissero arrestate nella stessa operazione sette persone con l'aggravante del metodo mafioso.

«Piano piano abbiamo una mappatura di carattere generale che ci può consentire di non parlare neanche più di infiltrazioni ma di insediamenti insidiosi» di criminalità organizzata, ha sottolineato. Sono complessivamente 13 le persone indagate; l'operazione - condotta dalla Dia di Trieste e altri centri provinciali e dal Nucleo di polizia economica finanziaria - è collegata a un altro filone di indagini che lo scorso settembre ha coinvolto un presunto intermediario finanziario di Portogruaro coinvolto in una maxi truffa ai danni di oltre 3 mila risparmiatori attraverso la quale erano stati raccolti abusivamente oltre 72 milioni di euro.
Dalle indagini, avviate nei primi mesi dell'anno, è emerso che il presunto intermediario avrebbe allestito un complesso sistema per investire illecitamente i capitali utilizzando diverse società con sede in Croazia, Slovenia, Gran Bretagna e avrebbe investito circa 12 milioni di euro, appartenenti a consorterie criminali riconducibili al clan dei casalesi. Ma l'acuirsi del dissesto finanziario e le esigenze del clan di rientrare delle somme impegnate avrebbero determinato la messa in atto di condotte estorsive.


Secondo quanto appreso da fonti investigative, l'indagine ha preso il via da quella riguardante il broker portogruarese Fabio Gaiatto, arrestato.

Sono state eseguite  numerose perquisizioni domiciliari a Napoli, Milano, Modena, Padova, Treviso, Udine, Portogruaro (Venezia) e Trieste. L'attività con l'impiego di oltre 100 unità, nonché l'utilizzo di sofisticati strumenti di ricerca e localizzazione.

«L'odierna operazione contro il clan dei Casalesi che hanno messo in campo estorsioni contro imprese e professionisti a Trieste dimostra quanto sia forte ancora il clan casertano e dall'altra parte quanto sia profonda la penetrazione al nord. L'operazione condotta dalla Procura di Trieste è però assolutamente incoraggiante perché ogni giorno vengono eseguiti arresti e smantellati clan, in tutta Italia. L'attenzione è altissima e non c'è nessuna zona franca in questo Paese per le mafie. Doveroso il plauso alla magistratura e alle forze dell'ordine che devono sentire vicino tutta la politica in questa battaglia quotidiana per la legalità». Lo affermano Nicola Morra presidente della commissione Antimafia e Stefano Patuanelli presidente del gruppo M5s Senato.
Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre, 08:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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