Giostraio freddato da un colpo di pistola, test del Dna ai carabinieri

Lunedì 18 Giugno 2018 di Roberto Ortolan
Giostraio freddato da un colpo di pistola, test del Dna ai carabinieri
23

TREVISO - Giostraio in fuga coi complici, dopo l'assalto a un bancomat, viene ucciso da una guardia giurata: il pm Gabriella Cama ordina il test del Dna ai carabinieri, presenti sul luogo dove morì il 36enne Manuel Major, freddato da un colpo di pistola. Ed è polemica. Da quanto filtrato la decisione del pm sarebbe riconducibile al Dna trovato sulla pistola giocattolo ritrovata in un campo a Barcon, a poche centinaia di metri da dove, la notte del 22 aprile 2017, il giostraio 36enne Manuel Major venne ferito (morì 4 giorni più tardi) dal vigilante Massimo Zen, 47 anni, di Cittadella, ora indagato per omicidio. Secondo le prime ipotesi investigative l'arma giocattolo sarebbe stata lanciata nel campo dai complici di Major in fuga. Tesi respinta dai giostrai. Noi - filtrò dagli ambienti dei giostrai  - non giriamo con pistole, ma quando le abbiamo non sono giocattolo. Quell'arma non è nostra. È stata messa lì ad arte. Di quelle parole si sono ricordati i collaboratori del pm Cama quando il Ris ha trovato un Dna sconosciuto sull'arma. Il sostituto procuratore vuole essere certo che non ci siano stati depistaggi. Da qui l'esigenza di capire se quel Dna è riconducibile a un carabiniere o resterà sconosciuto o appartiene a un presunto complice del 36enne. Già una mezza dozzina di carabinieri della Compagnia di Castelfranco (altri sono stati misteriosamente esclusi dal test) hanno dovuto fornire il proprio Dna alla Procura. E dire che la loro rabbia sia palpabile è poco.
L'ALTRA PISTAEd non è servito a sbollire gli animi la decisione della Procura di chiedere il Dna anche ad alcuni giostrai, parenti o comunque amici di Manuel Major. È ritenuto praticamente impossibile ricostruire chi ci fosse nell'auto della banda usata dai rapinatori la notte della tragedia. «Solo un colpo di fortuna - ha detto uno degli investigatori - potrebbe permettere di identificare un bandito».
ALTRI INDIZIIntanto sono arrivate una serie di risposte dalle perizie del Ris di Parma. E l'elemento di maggiore rilievo, da quanto filtra, per gli sviluppi che potrebbe dare alle indagini sarebbe stata la presenza di polvere da sparo nell'abitacolo della Bmw abbandonata dai banditi. La pistola che avrebbe scatenato dal reazione della guardia giurata. Una tesi compatibile con la presenza di una pistola nella vettura. Non si può escludere che la polvere da sparo possa essere riconducibile a una contaminazione causata dagli ordigni esplosivi (marmotte) usati per far esplodere i bancomat.
TOP SECRETMassimo riserbo, invece, sulle ricostruzioni balistiche dei tre colpi esplosi da Zen contro la Bmw su cui viaggiavano Major e i complici. Le risposte del Ris sono state dettagliate sull'angolazione del proiettile (il terzo) che, bucato il parabrezza, colpì sotto l'orecchio destro il giostraio. Elementi che, uniti a quanto emerso dall'autopsia, sarebbero decisivi per chiudere il cerchio. Ora il pm ha gli elementi per decidere se chiedere l'archiviazione delle accuse o contestare l'accusa di omicidio alla guardia giurata, che è assistita dall'avvocato Daniele Panico. Favorevole a Zen l'elemento della distanza dalla quale avrebbe sparato ai banditi in fuga: non decine ma pochi metri. Ma ci sono anche elementi, basti pensare agli esiti dei test del Dna ai carabinieri, che potrebbero gettare una luce nuova sull'inchiesta. E da quanto filtrato sarebbero all'attenzione dell'avvocato Fabio Crea che assiste i familiari di Manuel Major.
IL MISTEROForse sarà impossibile ricostruire nei minimi dettagli quanto accaduto a Barcon quando la guardia giurata intercettò la Bmw in fuga dopo un assalto a un bancomat. Poi esplose tre colpi di pistola e uccise Manuel Major. Una cosa è certa: per la guardia giurata è iniziato un calvario senza fine.
BATTAGLIA DI PERIZIEE forse molti misteri non potranno essere mai chiariti, nemmeno quando si sfideranno le tesi degli esperti del Ris con quelle di Oscar Ghizzoni, ex perito dello stesso Ris scelto dall'avvocato Panico, e di Marco Piovan, uno dei massimi esperti di balistica del Nord Italia, nominato da Crea.
Roberto Ortolan
© riproduzione riservata

Ultimo aggiornamento: 10:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci