L'eredità contesa blocca la gelateria
«La riaprirò in memoria di papà»

Martedì 14 Agosto 2018 di Elena Filini
Anna Maria Fregnan mostra il cartello affisso sulla gelateria chiusa

della bastardaggine di alcune persone». Un cartello duro, definitivo. Dietro cui si nasconde una storia di successioni difficili e tensioni famigliari. Trent'anni di fortuna nel segno del gusto. Poi un'eredità ingarbugliata e l'inevitabile fermo dell'attività. «Ma che la gelateria riaprisse era l'ultimo desiderio di mio padre. E io non mi rassegno» chiarisce la figlia. Il suo è soprattutto un appello a trovare la via del buonsenso perchè l'attività possa riaprire i battenti nel nome di Cesare e per la felicità di clienti. 
LA STORIAOggi infatti quel luogo speciale, immerso nella pianura, ha le serrande abbassate. Ma la sua storia è straordinaria. Anche trenta chilometri per una coppetta da Cesare: e clienti da tutta la Marca e dal Veneziano. Sperduto nella campagna di Musestre si trovava infatti il gelato più buono del basso Piave. Quello che venne preparato anche per la visita di Giovanni Paolo II nel Veneto. «Mio padre aprì la gelateria nel 1981 in un luogo da tutti considerato impraticabile. Fu una vera scommessa- racconta Anna Maria Fregnan- il gelato di Cesare in breve si fece strada». Lo zenit arrivò durante il passaggio di papa Woytila. «Ci chiesero di preparare il gelato per il Santo Padre. Fu un onore immenso». Vent'anni di onorata storia: poi il padre di Anna Maria (che si chiamava Giorgio ma tutti conoscevano come Cesare) nel 2000 si ritira lasciando l'attività alla figlia. 
L'ATTIVITA'«Io ho preso il testimone con lo stesso entusiasmo di mio padre fino al 2014. Merito soprattutto del mio compagno Alessio Simonelli, maestro gelatiere». In quell'anno Cesare muore, e dopo 6 mesi lo segue la moglie. Viene così aperto il testamento del gelatiere, vergato di suo pugno. «Mio padre ha lasciato in eredità, oltre alla gelateria, alcuni terreni ad altri parenti». Un testamento che subito fa nascere controversie famigliari. «Le cose si ingarbugliano. E anche con le persone più vicine, con cui fino a quel momento eravamo stati in perfetta armonia, nascono le tensioni». La gelateria aveva avuto problemi a causa dei lavori di costruzione della terza corsia sulla Trieste-Venezia: chiusa per due anni, era stata poi riaperta. «Ma dovevo rinnovare tutti gli interni e tutti i macchinari». Per fare questo la donna conta sull'eredità: trova un acquirente per i terreni e mette in moto il restyling del negozio. «A quel punto gli altri eredi cominciano a sollevare obiezioni sulla vendita ma intanto io avrei dovuto saldare tutti i lavori fatti». Lo stallo dura da tre anni: i mobilieri vengono a riprendersi i materiali e l'esercizio rimane chiuso. «Non avevo la liquidità che attendevo. Non mi interessano le accuse e non voglio criminalizzare nessuno. Però da questo stallo si deve uscire». La causa di mediazione è ferma da tre anni, e Anna Maria ha bisogno di lavorare. «Ho due figli disabili, il maggiore deve essere accudito costantemente e io sono separata. Inoltre a causa dei beni in eredità non ho diritto agli assegni famigliari». Per questo la figlia di Giorgio Fregnan fa un appello alla ragionevolezza. «La gelateria da Cesare è stata una realtà che ha dato moltissimo al territorio roncadese: sono tanti i clienti che ancora ci telefonano per sapere se e quando riapriremo. Vorrei soprattutto poter esaudire l'ultimo desiderio di mio padre: far tornare in attività la gelateria».


    
Ultimo aggiornamento: 15 Agosto, 11:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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