«Mi ossessiona», 12enne denuncia la prof per stalking: va a processo

Venerdì 8 Marzo 2019 di Denis Barea
foto di repertorio
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MOGLIANO - Vittima di stalking da quando era una studentessa di seconda media. E poi un paio di anni di inseguimenti, pedinamenti, osservata in maniera quasi ossessiva nei momenti più svariati della sua giornata. A perseguitarla non l'uomo nero ma la sua ex professoressa di lettere e sullo sfondo anche i rapporti non proprio cordiali fra l'insegnante e la mamma della giovane. È la storia raccontata ieri davanti al gup Angelo Mascolo nel corso dell'udienza preliminare nei confronti di una 50enne che è stata rinviata a giudizio con l'accusa di stalking e che comparirà davanti al giudice per la prima udienza del processo a suo carico il 7 marzo del 2020.

LA STORIA La storia, che gravita su Mogliano, ha dell'incredibile. A rendere la vita impossibile ad una ragazzina di seconda media sarebbe infatti stata una delle sue insegnanti. Tutto sarebbe iniziato nel corso di quell'anno scolastico, quando la giovane sarebbe diventata la vittima di atteggiamenti strani da parte della donna, che spesso si sarebbe lasciata andare a battute ambigue e atteggiamenti denigratori prendendola di mira.
«Tu non avrai mai il coraggio di chiedere a tuo padre di avere un cane» avrebbe commentato un giorno correggendo un tema in classe. Con l'intento, lamenta la minorenne, di prenderla in giro e metterla in cattiva luce davanti ai suoi compagni. Persino i voti alti che riceveva, perché a scuola è sempre andata bene, sarebbero stati una occasione per rivolgerle commenti inappropriati. Insomma, le ore di lezione di lettere si sarebbero tramutate in un vero tormento, rendendo sgradevoli le giornate trascorse a scuola. La famiglia della ragazza avrebbe inizialmente presentato una lamentela alla dirigenza scolastica senza però riuscire a migliorare la situazione. Alla fine dell'anno allora la decisione: prendono la figlia e la portano a finire la scuola media in un altro istituto della zona.
LA SOLUZIONE Quella che sembrava essere la soluzione dei problemi diventa invece l'inizio dell'incubo. La ragazza infatti racconta di aver incontrato in alcune occasioni la ex insegnante fuori dalla nuova scuola. Delle coincidenze, aveva pensato, ma la presenza della 50enne si era fatta invece man mano più insistente. Passa un intero anno scolastico scandito da quegli incontri che iniziano a diventare un peso per lei. Arrivano gli esami, superati brillantemente, e dopo l'estate inizia il liceo. E la sua ex professoressa di lettere sarebbe ricomparsa, tornando a a seguirla, a fissarla, ancora fuori dalla scuola o in giro per la città. Pedinandola, neppure con troppa discrezione, a piedi o in macchina. Se la sarebbe ritrovata davanti persino quando andava in palestra. «Mi guardava dalle vetrate - denuncia la giovane moglianese - ho avuto paura». Ed è quello il momento in cui decide di parlare con i genitori che non esitano un momento a crederle e sporgono denuncia.

MESSAGGI SUL CELLULARE Nel frattempo alla ragazzina erano iniziati ad arrivare messaggi offensivi e minatori sul telefonino. Parte una seconda querela e le indagini appureranno che gli insulti e le minacce partivano dal cellulare intestato alla madre di una ex compagna di scuola ai tempi in cui la 50enne era la sua insegnante di lettere. Solo una coincidenza? La professoressa ieri è stata sentita nel corso dell'udienza preliminare. «Io non ho fatto nulla, non ho mai perseguitato quella ragazzina» ha detto al giudice. A sostegno della sua versione la circostanza secondo cui la giovane, la cui famiglia sarà parte civile al processo assistita dall'avvocato Stefano Pietrobon, avrebbe preso nota della targa della macchina che la stava seguendo ma che corrisponderebbe al mezzo di proprietà di un'altra persona, anche questa residente a Mogliano. Ma contro di lei ci sono le testimonianze di altre persone che avrebbero assistito ad alcuni degli episodi riferiti dalla presunta vittima. In particolare una parente e una amica. «Abbiamo visto quella donna passare davanti casa - hanno raccontato - rallentava e sghignazzava verso le finestre della casa».
Ora sarà il processo a fare luce sull'intera vicenda, cominciando dal perché per anni la professoressa avrebbe perseguitato la sua ex allieva con atteggiamento morbosi e ossessivi.


    
Ultimo aggiornamento: 10:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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