«Pascal sapeva tutto di Sofiya ​e l'ha protetta fino alla fine»

Domenica 23 Settembre 2018 di Denis Barea
«Pascal sapeva tutto di Sofiya e l'ha protetta fino alla fine»
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CORNUDA - Tout tourne atour de moi. Tutto gira intorno a me, questo avrebbe detto in francese Pascal Albanese alla sorella Carol l'ultima volta che l'uomo ha parlato con lei e con i genitori. Tutto gira intorno a me perché i carabinieri pensano che sia stato io a fare del male a Sofiya. È il 23 di novembre, Sofiya è sparita da quasi dieci giorni e gli inquirenti già sospettano che la bella ucraina, 44enne, possa essere stata uccisa. E puntano la lente  sul suo compagno Pascal, che da lì a poco verrà trovato suicida dentro alla villetta di Via Jona a Cornuda, dove viveva con la Melnik. «In cuor suo - spiega la sorella Carol Albanese - penso che fosse preoccupato di essere accusato di un qualcosa che sapeva di non aver fatto ma che altri invece pensavano fosse stato proprio lui a fare. Ma Pascal ha protetto Sofiya fino alla fine. Forse aveva paura che potesse venire fuori la verità su di lei».

A quasi dieci mesi dalla vicenda che cosa resta alla famiglia della storia di Pascal e Sofiya? 
«Ci sentiamo traditi da lei. E non riusciamo a credere al fatto che Pascal fosse a conoscenza di quello che era il groviglio di relazioni della sua compagna. Ma sono sicura che sapeva, lui non era stupido. E il livello di intimità e complicità di loro due porta a pensare che fosse a conoscenza di tutto».
Traditi da Sofiya perchè non vi ha raccontato di che cosa lei e Pascal vivevano, del mutuo pagato da un amante, la ristrutturazione della villetta da un altro, la casa della madre acquistata all'asta da un altro ancora, dei soldi e regali dagli altri con cui costruiva relazioni?
«So che è difficile immaginare che una donna che vive in quel modo potesse raccontarci la verità. Ma tutte quelle cose hanno sconvolto l'immagine che avevamo di lei, ci hanno traumatizzato perché le volevamo davvero bene. Ma in fondo, a pensarci... se loro erano felici così. Io non avrei mai accettato il menage che invece sembra andasse bene a mio fratello. Ma a loro andava bene». 
O forse no, forse ad un certo punto qualche cosa si è rotto e davvero Pascal è l'assassino di Sofiya, magari per gelosia.
«No, non è stato lui. Io conosco mio fratello, lui non è un assassino, non avrebbe fatto del male a nessuno. Non c'è un motivo per cui Pascal avrebbe dovuto uccidere la sua donna».
Magari lei lo voleva lasciare per uno degli amanti e gli è caduto il mondo addosso, avrebbe dovuto trovare il modo per pagarsi tutto senza vivere dei regalini degli uomini di Sofiya... 
«Davvero mi infastidisce questa immagine di Pascal come di un bamboccione. Non so quali fossero gli accordi tra loro ma mio fratello non era uno sfaticato, ha sempre lavorato, anche quando studiava e soprattutto mentre stava con Sofiya ha sempre lavorato, anche in casa, facendo praticamente tutto».
Avete provato a capire perché allora si sarebbe suicidato? 
«O è stato suicidato». 
Restiamo a quello che per ora è l'unico dato certo, cioè l'ipotesi del suicidio.
«Forse ha sentito la pressione addosso, non ha retto al timore di essere sospettato dell'omicidio. O ha sofferto avendo capito subito che a Sofiya doveva essere successo qualche cosa di terribile». 
Avete più avuto rapporti con Valentina, la mamma di Sofiya? 
«Non dopo il funerale di Sofiya. Lei certamente sapeva tutto della doppia, tripla vita della figlia. Per questo un po' ci sentiamo traditi anche da lei».
L'ipotesi investigativa più probabile, al momento, è che si sia trattato di un omicidio suicidio.
«Troppo comodo.

Sì, è l'ipotesi più comoda, quella più semplice. Ma noi vogliamo le prove. Perché Pascal avrebbe dovuto uccidere Sofiya, dove sono le prove, il movente? Finisse in quel modo noi sicuramente ci opporremmo. Non è stato Pascal, ne sono certa. Lo so, lo sento». 

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