«Quel terreno è mio»: si barrica in casa con il fucile e spara

Domenica 16 Settembre 2018 di Alberto Beltrame
«Quel terreno è mio»: si barrica in casa con il fucile e spara
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BREDA DI PIAVE - Quel terreno conteso era diventato un’ossessione. Motivo di liti continue con i vicini di casa, andate avanti per anni, venerdì sera è sfociata in qualcosa di ben più grave: l’uomo, settant’anni, ha imbracciato il suo fucile da caccia e si è messo a sparare. Prima due colpi in aria, esplosi dal giardino, poi altre fucilate dal balcone, verso le campagne. Nella sua testa uno solo pensiero: «Quel terreno è mio, non è una servitù, non ci possono passare» ha continuato a ripetere. Le esplosioni sono state sentite in tutto il paese. E i vicini, terrorizzati,  hanno chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Ma lui, L.Z., 76enne ex imprenditore edile residente a Pero di Breda di Piave, si è barricato in casa. Per convincerlo ad uscire i carabinieri hanno fatto di tutto fino a chiedere l’intervento di un negoziatore. Solo dopo mezzanotte il pensionato ha alzato bandiera bianca. Ha aperto la porta di casa, disarmato, e piuttosto irritato ha aggredito verbalmente i militari: «Cosa volete? Avevo preso un sonnifero e stavo dormendo». Poi ha sfogato tutta la sua rabbia: «Mi hanno rubato il terreno, non posso permetterlo».

TERRA CONTESA
Da tempo il 76enne non riesce ad accettare, stando a quanto emerso, che i vicino transitino a loro piacimento, come consentito dalla legge, su un passaggio di servizio. Ne ha fatto una piccola crociata, di cui in tanti, in paese, sono al corrente. «Conoscevamo la situazione - ammette il sindaco Moreno Rossetto - ma si tratta di questioni privatistiche, ovvero del passaggio in una stradina privata. C’erano stati altri episodi, in passato, liti anche piuttosto accese, ma mai niente di così grave». Venerdì sera il pensionato ha perso la ragione e, verso le 20.30, ha imbracciato il suo fucile semi automatico, un calibro 12 detenuto regolarmente, e dopo essere uscito in giardino ha cominciato a sparare. Due colpi in aria, secchi, sentiti sia a Pero che a Breda. Poi è rientrato in casa, si è messo sul balcone, e da lì ha premuto il grilletto altre volte. I vicini, impauriti, non hanno perso tempo e hanno chiamato le forze dell’ordine. Non avevano ricevuto minacce dirette ma quale fosse il motivo e l’obiettivo di quegli spari era chiaro. «Quella terra è mia, è mia» continuava ancora a urlare il settantenne quando le prime gazzelle sono arrivate davanti alla sua villetta di campagna. 
LA TRATTATIVA
I militari temevano che la situazione potesse precipitare da un momento all’altro. Il pensionato si era chiuso in casa, armato, e non voleva in nessun modo aprire la porta. «Facci entrare, vogliamo solo sapere se stai bene, apri la porta» hanno ripetuto all’altoparlante i carabinieri senza ricevere alcuna risposta. Hanno citofonato, hanno provato a contattarlo al telefono, ma niente da fare. Lo stallo è durato per ore, dalle 21.30 a mezzanotte e mezza. È intervenuto anche un mediatore, un carabiniere specializzato in trattative di questo tipo, e solo a quel punto il settantenne ha aperto la porta di casa. 
LA RESA
Per convincere il pensionato ad arrendersi i carabinieri di Treviso, guidati dal maggiore Stefano Mazzanti, hanno chiesto aiuto anche al figlio del settantenne. Il suo contributo è stato di sicuro utile, ma nonostante questo l’uomo, ancora infuriato, alla vista degli uomini in divisa si è ancor di più acceso, ripetendo quale fosse il tarlo che gli aveva fatto perdere il controllo. Riportato con difficoltà alla calma l’uomo, prima di essere affidato al figlio, il 76enne è stato denunciato a piede libero per resistenza a pubblico ufficiale ed esplosione pericolosa di colpi d’arma da fuco. Il fucile, come da prassi, è stato posto sotto sequestro così come l’ultima munizione rimasta. 
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