Si accascia a terra e muore al bar: alpino di 47 anni era appena tornato dal raduno

Martedì 15 Gennaio 2019 di Elisa Giraud
Si accascia a terra e muore al bar: alpino di 47 anni era appena tornato dal raduno
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SAN FIOR - Come quando si preme l'interruttore e la luce si spegne. Alessandro Baldessin, 47 anni, autotrasportatore, è morto così, letteralmente spegnendosi all'improvviso a causa di quello che viene definito blocco elettrico cardiaco. Nessun malessere, né avvisaglia né dolore: il suo cuore ha smesso di battere, di punto in bianco, e non è più ripartito. Alessandro è caduto a terra al bar Al Parco di Polcenigo, domenica pomeriggio; era lì con degli amici, in rientro da Cividale dove aveva trascorso ore felici e spensierate insieme ai suoi amici alpini. Sabato pomeriggio con il gruppetto era partito alla volta della cittadina friulana per partecipare al 23. raduno del Battaglione Cividale nel quale aveva fatto la naja.  Quando è caduto a terra, è stato subito soccorso da un'infermiera che si trovava nel bar. Gli ha praticato il massaggio cardiaco in attesa dell'ambulanza. I sanitari hanno continuato a provare a far ripartire il cuore di Alessandro per oltre  un'ora. Lo hanno caricato in ambulanza e portato all'ospedale di Pordenone, dove è arrivato senza vita. Alessandro era in salute, si teneva periodicamente controllato da quando, dieci anni fa, ha avuto un infarto. Nell'ultimo controllo non era stata riscontrata alcuna anomalia ed infatti i medici hanno spiegato alla famiglia che il blocco elettrico che ha stroncato Alessandro non ha nulla a che vedere con l'infarto precedente.
IL RICORDO«Andava ogni anno al raduno del Battaglione Cividale racconta la compagna Marisa come non mancava mai all'adunata nazionale. Era un alpino convinto, amante della montagna e il suo cappello con la penna nera lo accompagnerà nell'ultimo viaggio». La famiglia ha voluto che le Penne nere fossero citate anche nell'epigrafe con «un pensiero particolare al gruppo di san Fior a cui era legato da uno splendido rapporto di solidarietà e fraterna amicizia». È morto felice, intonando canti alpini in compagnia dei suoi amici. Ne aveva molti, non solo tra gli alpini. «Era una persona speciale per tutti dice la compagna Si faceva voler bene da tutti, era un uomo buono. Gli piaceva stare in compagnia e la convivialità. Casa nostra è sempre aperta a tutti. In qualunque momento arrivasse qualcuno, trovava sempre la porta aperta e un posto a tavola. Alessandro lascia un grande vuoto non solo nella famiglia».
IL LUTTOLa morte improvvisa ha lasciato sgomenti anche i colleghi di lavoro dell'azienda Tullio Antonello di San Martino di Lupari, nella quale il 47enne lavorava, soddisfatto, da tre mesi. Oltre alla compagna Marisa, lascia il figlio undicenne Michele Nicolas e la mamma Assunta. La cerimonia funebre sarà officiata giovedì alle 14 nella chiesa parrocchiale di San Fior.
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