Stupra due ragazzine di 13 anni nel garage di casa, chiesti 6 anni di carcere per il pizzaiolo "orco"

Il pm ha formulato la richiesta di condanna a carico di un cingalese di 49 anni. E' accusato di aver abusato sessualmente di due minorenni una notte di ottobre del 2020

Martedì 23 Aprile 2024 di Giuliano Pavan
Una minorenne abusata

CONEGLIANO (TREVISO) – Sei anni e quattro mesi di reclusione, nonostante la riduzione di un terzo della pena in virtù del rito abbreviato. È la richiesta di condanna formulata dal pubblico ministero nei confronti di un pizzaiolo cingalese di 49 anni che, secondo quanto contestato dalla Procura di Treviso, aveva abusato sessualmente di due ragazzine di 13 anni, che si sono entrambe costituite parte civile, nel suo garage di casa.

L’udienza è stata aggiornata al prossimo 16 maggio per l’arringa difensiva dell’avvocato Enrico D’Orazio e la successiva sentenza.

LA VICENDA

I fatti risalgono alla sera dell’11 novembre 2020. Stando alle indagini, le due ragazzine, che conoscevano da tempo il pizzaiolo, si erano recate a casa sua. L’uomo le avrebbe attirate in garage con una scusa. E poi, per una notte intera le avrebbe tenute in quell’alcova e, a turno, avrebbe abusato di loro. Secondo il racconto delle giovani, il 49enne le avrebbe liberate soltanto il giorno successivo. I genitori delle ragazzine, allarmati per non aver visto le figlie tornare a casa a dormire, nel frattempo avevano chiamato le forze dell’ordine per denunciarne la scomparsa. L’allarme era poi rientrato quando le due 13enni erano tornate a casa nel pomeriggio del 12 novembre. Ma a quel punto la denuncia da fare era un’altra.

LE INDAGINI

Gli agenti avevano preso nota della ricostruzione dei fatti fornita dalle vittime e qualche giorno più tardi, con il via libera della magistratura, si erano presentati a casa del pizzaiolo notificandogli un avviso di garanzia e procedendo con la perquisizione dell’abitazione, passata al setaccio anche dalla scientifica. I test eseguiti sulle tracce ematiche rinvenute non lasciavano dubbi: quel sangue apparteneva a una delle ragazzine. Una prova giudicata schiacciante dall’autorità giudiziaria, che lo aveva fatto arrestare.

Inizialmente il cingalese era accusato anche di sequestro di persona, accusa poi caduta. A processo il 49enne aveva anche chiesto di poter accedere alla giustizia riparativa ma il gup Piera De Stefani aveva negato l’istanza, contemplata dalla riforma Cartabia, ritenendola non sufficientemente motivata e inutile a pacificare le parti in causa. L’uomo era stato così rinviato a giudizio e ammesso al rito abbreviato con l’accusa di violenza sessuale sulle due giovanissime.

Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 14:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci