Tagli alla sanità: Adria perde letti e primari, scatta la protesta

Mercoledì 20 Marzo 2019 di Francesco Campi
L'ospedale di Adria
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ROVIGO Come cambia la sanità in Polesine lo dicono i freddi numeri. Sono quelli delle “schede di dotazione ospedaliera e delle strutture intermedie”, le griglie di posti letto e primari o come vengono definiti, “apicalità”, che disegnano l’articolazione delle strutture sanitarie. Numeri che tuttavia si presentano a diverse interpretazioni. Dura quella che arriva dal segretario della Fp Cgil, Davide Benazzo, per il quale il provvedimento licenziato dalla giunta regionale il 13 marzo, che ora passerà all’esame della commissione regionale Sanità, per il Polesine «sancisce un importante spostamento dalla sanità pubblica a quella privata, a discapito di Trecenta e soprattutto di Adria».
 
Di segno diverso la lettura che arriva dal direttore generale dell’Ulss 5, Antonio Compostella, che pur non nascondendo di auspicarsi che «per quanto riguarda l’ospedale di Adria si possa arrivare a qualche correzione», nel complesso giudica positivamente la proposta formulata dalla giunta: «Per Rovigo e Trecenta, l’indirizzo segue quanto auspicato, mentre su Adria la valutazione è in chiaroscuro, con la stranezza dell’apicalità di otorinolaringoiatria invece di quella della chirurgia generale, che non era fra gli obiettivi aziendali. Importante è il mantenimento dei posti letto rispetto al taglio paventato, con incrementi nell’area medica. Come prevedibile, in tutta la regione è stata fatta una revisione delle apicalità, cercando di ridurre dove si avevano posizioni doppie o triple a livello aziendale, in un’ottica di riorganizzazione e omogeneizzazione».
Rispetto alla precedente programmazione, infatti, le Ulss sono state ridisegnate portandole da 21 a 9. E cambiano anche le esigenze. Nel 2012 l’ex Ulss 18 aveva 33 primari e 789 posti letto per acuti, l’ex Ulss 19 15 primari e 346 posti letto per acuti. Nella nuova programmazione i posti letto per acuti totali dell’Ulss 5 sono 770 e i primari 38. È vero che in questi anni è cambiato tutto. In mezzo c’è stata un’altra programmazione che già aveva portato a tagli e razionalizzazioni. E che al totale dei posti letto della nuova proposta elaborata dalla giunta regionale, vanno aggiunti i 236 posti letto dell’area riabilitativa e i 134 delle cosiddette strutture intermedie.
Difficile per chi non è del settore capire cosa significhino in concreto i numeri e le denominazioni. Benazzo, confrontando le schede della nuova proposta con quelle del 2013, punta il dito sulla area della riabilitazione: «Trecenta doveva diventare centro di riferimento e perde l’unità spinale, che si sposta alla Casa di cura di Rovigo che per questo motivo riacquista la Medicina, anche se riduce l’attività chirurgica, con un aumento dei posti letto da 70 a 100».
Soprattutto, Benazzo stigmatizza «l’importante spostamento di attività chirurgica dall’ospedale di Adria, che oltre a 32 posti letto, perde l’apicalità di Chirurgia e Urologia, all’ospedale di Porto Viro, che nei fatti diventa il punto di riferimento del Basso Polesine con un aumento dei posti letto da 125 a 150, dovuto principalmente all’area chirurgia generale e ortopedia, diventando Centro trauma di zona come Rovigo per il Medio e Alto Polesine. Poi un forte ridimensionamento dell’area materno infantile di Adria: scompare l’apicalità di Pediatria, si riducono i posti letto da 24 a 8 e anche il poco che rimane è comunque vincolato al punto nascite che attende la deroga del ministero, ma così come strutturata si è deciso solo di rinviarne la chiusura, forse nella speranza che sia il ministero a togliere le castagne dal fuoco alla Regione. L’ospedale di Adria, così facendo, viene a perdere il ruolo di spoke e viene classificato in ospedale di base-nodo di rete».
Per il direttore generale Compostella, invece, va sottolineato che «non solo Rovigo viene confermato nel suo ruolo di hub, ma ci sono novità significative come l’apicalità di neuropsichiatria infantile, l’incremento dei posti letto nell’area medica che era il principale obiettivo aziendale, così come per Trecenta, dove viene anche confermata la procreazione medicalmente assistita e viene ufficializzato come polo aziendale per la neuroriabilitazione. Adria, invece, è in chiaroscuro: anche qui viene salvaguardata l’area medica, confermata l’apicalità di ostetricia a conferma della volontà di mantenere aperto il punto nascite, ma nell’area chirurgica, a fianco della conferma dell’apicalità di ortopedia, c’è il taglio di quella di chirurgia. Mi espongo: spero che si possa cambiare quella di otorinolaringoiatria per quella di chirurgia».
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