Assistenza domiciliare integrata: l'1% della popolazione polesana è ultra 65enne

Il servizio, con 50 mezzi a disposizione, raggiunge gli anziani non autosufficienti nelle proprie abitazioni per prestazioni mediche, infermieristiche, riabilitative e socioassistenziali

Lunedì 6 Maggio 2024 di Nicola Astolfi
Lo staff dell'assistenza domiciliare integrata dell'Ulss5
ROVIGO - Sono circa 7.500 gli anziani ultra 65enni non autosufficienti che l’Ulss 5 Polesana segue a domicilio. Esattamente nel 2023 i pazienti trattati dal servizio di Assistenza domiciliare integrata (Adi) è stato di 7mila 486. Un numero molto elevato che corrisponde al 12% della popolazione residente nell’ambito dell’Ulss 5 con più di 65 anni (che sono in totale 63.638). Con 50 mezzi a disposizione, il personale dell’Adi raggiunge la popolazione anziana che ha necessità di prestazioni mediche, infermieristiche, riabilitative e socioassistenziali, svolgendole a domicilio. È un servizio che si svolge a casa dell’ammalato, secondo piani individuali programmati di assistenza, definiti con la partecipazione delle figure professionali interessate al singolo caso. 
IL SERVIZIO
L’Adi è un servizio che viene attivato dal medico di medicina generale che è il punto di riferimento primario per le esigenze sanitarie dell'anziano non autosufficiente sul territorio. L'obiettivo generale dell'Adi è quello di favorire l'autonomia della persona non autosufficiente, mantenendola nel proprio ambiente di vita, facendosi carico del processo di recupero di tale autonomia e migliorando la disponibilità all'assistenza da parte dei familiari.
«Siamo una squadra di circa 40 professionisti divisi in due gruppi operativi che si dividono nelle sedi di Rovigo e Trecenta - spiega la coordinatrice dell’Adi per il Distretto 1 Rovigo, Maristella Muraro -. I gruppi sono polifunzionali composti da infermieri e Oss che lavorano sette giorni su sette dalle 7 alle 21, festivi compresi, con la medesima intensità e passione. Una grande squadra sempre attenta a rispondere nel migliore dei modi possibile alle esigenze mutevoli della popolazione. È chiaro che negli anni la mole di lavoro è davvero cresciuta a causa dell’aumento della percentuale di anziani nel nostro territorio, ma oggi abbiamo anche i fondi del Pnrr e una attenzione verso la sanità territoriale crescente che ci può dare molti mezzi utili per poter offrire risposte adeguate alla popolazione».
NON AUTOSUFFICIENTI
Il servizio è destinato in via prioritaria, a persone non autosufficienti o parzialmente non autosufficienti, di norma ultrasessantacinquenni, dimessi o in dimissione dalle strutture ospedaliere e dalle Rsa o a rischio di ricovero in strutture ospedaliere o residenziali, appartenenti a un nucleo familiare non in grado di garantire accoglienza e risorse "dedicate al prendersi cura" per interventi di tipo sanitario e assistenziale. «Negli ultimi anni è aumentato non solo il numero di anziani in carico, ma la tipologia di pazienti gestiti raggiunge ogni fascia di età compresi i neonati - spiega il coordinatore dell’Adi del Distretto 2, Simone Ceccarello -. Nell’area del delta l’Ulss 5 su delega dei comuni effettua anche interventi domiciliari a carattere sociale che nel Distretto 1 è in carico alle municipalità. Ringrazio quindi la nostra assistente sociale Monica Destro per la gestione di questa ulteriore attività».
L’Equipe dell’Adi del Distretto 2 Adria è composta da 20 professionisti sanitari. «L’assistenza domiciliare integrata sarà uno degli snodi fondamentali della nuova rete di prossimità che viene sviluppata grazie alle nuove strutture finanziate con i fondi del Pnrr come le Centrali operative territoriali, case di Comunità e ospedali di Comunità – conclude il direttore generale, Pietro Girardi – inoltre luoghi, persone, professionisti e pazienti saranno sempre più connessi e vicini grazie allo sviluppo di sistemi di interoperabilità e telemedicina».
Ultimo aggiornamento: 07:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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