Trenta baby geometri ricostruiscono il ponte Morandi: dov'era e com'era

Venerdì 30 Novembre 2018 di Nicola Astolfi
Trenta baby geometri ricostruiscono il ponte Morandi: dov'era e com'era
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ROVIGO - Perché è crollato il ponte Morandi? E' la prima domanda che gli studenti dell'istituto per geometri Bernini di Rovigo hanno rivolto agli insegnanti all'apertura dell'anno scolastico. Dal confronto nello spazio tra cattedra e banchi, l'interesse per la cronaca di quanto accaduto il 14 agosto non s'è spento. E dalle questioni statiche, manutentive e concessorie è andato crescendo, fino alla richiesta di realizzare un plastico. È stata una sfida anche per le risorse richieste, ma che la dirigente scolastica Isabella Sgarbi ha condiviso subito, e si è realizzata nell'ambito di un progetto di alternanza scuola-lavoro. In laboratorio materiali c'era già alle spalle l'esperienza che un anno fa aveva portato a realizzare un modello in scala 1:10 del tempio-doposcuola pensato con il libro Vasandhi, che si sta realizzando in India anche grazie ai proventi dalla vendita del libro, dedicato dall'autore Rinaldo Boggiani a una giovane donna che s'è riscattata da violenze e soprusi di ogni genere.

LO STUDIO Per il plastico in scala 1:500 del ponte Morandi di Genova gli studenti delle classi terza e quarta del Bernini, una trentina in tutto, hanno compiuto dapprima una meticolosa ricerca documentale, accompagnata da una puntuale rassegna stampa sulle problematiche evidenziate dopo il crollo. Così, la prima fase del lavoro s'è concretizzata in una trentina di tavole tecnico-documentarie e in una serie di relazioni: una dedicata alla figura dell'ingegnere Riccardo Morandi, altre sulle proposte progettuali per il viadotto Polcevera. La seconda fase è partita dalla stampa delle planimetrie ricavate dalla Carta tecnica regionale della Liguria e dei particolari costruttivi del ponte. Poi è iniziato il lavoro in laboratorio, che ha richiesto un centinaio d'ore d'impegno, anche pomeridiano, condiviso con i docenti Angelo Milan, Claudio Pigato, Giuseppe Sciumè e Silvia Zennaro. «Il prof Milan ha portato anche i wafer. Ma continua anche a dare dei 4», raccontano in laboratorio, dove si sono conclusi da poco i lavor, compresi la stuccatura, levigatura e verniciatura delle parti assemblate (solo gli edifici sono circa 90) su un fotopiano di 6 metri quadrati utilizzato come base.
L'ESPOSIZIONE Considerati l'attualità e il dibattito aperto sul ponte Morandi, che «per gli studenti - spiega il professor Milan - è anche l'occasione di riflettere sulla tutela del patrimonio edilizio pubblico, e sul perché questo sia l'unico ponte di Morandi al mondo a essere crollato», il plastico sarà in esposizione dal 4 al 13 dicembre nella Pescheria nuova di Rovigo, insieme ai 31 elaborati che sono stati necessari per la realizzazione.
E mercoledì 5, a partire dalle 9, si svolgerà il convegno Morandi: non solo un ponte. È un appuntamento condiviso con gli Ordini professionali di geometri, architetti e ingegneri, e avrà tra i relatori il responsabile del settore manutenzione di Veneto Strade Ivano Zattoni, e il rettore dell'università telematica eCampus Enzo Siviero, per guardare anche al futuro. Perché a Genova, ammoniscono gli studenti del Bernini nel rispetto delle famiglie colpite dalla tragedia, non è crollato solo un ponte con 43 vite, ma anche l'immagine del Paese e la fiducia nelle istituzioni che dovrebbero controllare
Ultimo aggiornamento: 1 Dicembre, 08:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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