ROVIGO - La strada dell’esternalizzazione dei servizi di assistenza ai circa 280 ospiti sembra poter essere imboccata dall’Iras, almeno secondo una prima risposta non ancora con crismi dell’ufficialità, arrivata dalla società di consulenze Kpmg.
Dopo il triste naufragio dell’accordo di programma affondato dal Comune, che ha anche presentato tre ricorsi al Tar contro gli atti del commissario regionale Tiziana Stella, l’Iras si è trovato in un vicolo cieco, schiacciato da circa 11 milioni di debiti e senza la liquidità per poterli rinegoziare o andare al loro saldo e stralcio, come previsto nel caso dell’arrivo dei 3,2 milioni che il Comune ha stanziato per la risoluzione della convenzione di Casa Serena. Però, senza la zavorra di Casa Serena, a San Bortolo l’Iras ha una gestione ordinaria più che positiva ed è questo quello che sarebbe stato evidenziato da Kpmg con il suo via libera implicito all’operazione che in pratica consiste nell’affidare gestione e annessi guadagni a un privato che anticiperebbe la quota per l’intera durata dell’affidamento con una sorta di “affitto dei servizi”, mantenendo un ragionevole margine di guadagno, garantendo all’Iras, che rimarrebbe un guscio vuoto con funzioni di controllo, la liquidità che serve. Resta il nodo dei circa 190 lavoratori, che ovviamente preoccupa i sindacati.
I COMMENTI
«Appena sarà terminata questa valutazione - spiega Davide Benazzo, segretario della Fp Cgl - ci incontreremo per capire come affrontare il grande tema dei contratti dei lavoratori.
Cristiano Pavarin, segretario della della Uil Fpl, parla di «incomprensibile fuga in avanti, considerato che in ogni caso sarà decisiva e vincolante la sentenza del Tar prevista per ottobre. Cosa accadrà, per esempio, se il Tar legittima l’azione dell’Iras? Sono convinto che a quel punto possa tornare in gioco il piano che prevedeva il passaggio dei 3,2 milioni dal Comune, con una seppur minima possibilità che l’Iras possa salvaguardare la gestione diretta e pubblica, piuttosto che l’ibrido previsto che temo possa rappresentate una sorta di sperimentazione su come trasferire le Ipab del Veneto in crisi verso la gestione privata. E anche su questo invito tutti gli attori istituzionali a un’attenta riflessione».
Per Franco Maisto della Cisl Fp, si tratta di «un momento molto delicato e tra azioni legali, ricorsi e valutazioni, la politica si sta dimenticando di stare vicina alle lavoratrici e ai lavoratori che nonostante le voci di privatizzazione lavorano senza sosta per garantire loro la vicinanza agli ospiti».