In manette il clan rom con marsigliese specializzato in furti e rapine in villa

Sabato 21 Luglio 2018 di Francesco Campi
In manette il clan rom con marsigliese specializzato in furti e rapine in villa
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ROVIGO - Sgominata banda che ha colpito a raffica le abitazioni del Polesine, in un’occasione arrivando anche a compiere una rapina a mano armata, a Castelnovo Bariano, lo scorso 3 aprile, minacciando con una pistola e legando la 28enne che in quel momento era in casa. Fra i componenti del gruppo, anche un marsigliese, come nel più classico dei film polizieschi, convocato ad hoc per il colpo, insieme a un altro “trasfertista”, che si trovava in Gran Bretagna e che due ore dopo la rapina aveva già preso un aereo per Craiova, in Romania. Tutti e tre gli autori della rapina sono originari della Romania e di etnia rom.  
AUTO SOSPETTA
Il basista e organizzatore, però, è stanziale da un po’ a Villanova Marchesana, dove vive insieme alla compagna. I carabinieri erano finiti sulle loro tracce indagando su una serie di furti in abitazione: a Bellombra lo scorso ottobre, due ad Ariano e due a Raccano, uno a Canaro e uno ad Adria a marzo e uno il 2 aprile a Porto Tolle. La prima traccia seguita è stata un’auto, un’Alfa Romeo MiTo, la cui presenza era stata notata e segnalata in occasione di alcuni dei furti. Da qui ha preso le mosse una vasta indagine, condotta dal Nucleo investigativo guidato dal maggiore Nicola Di Gesare, coordinata dal sostituto procuratore Sabrina Duò, culminata, appunto nell’operazione “MiTo”, che ha portato il giudice per le indagini preliminari ad emettere tre ordinanze di custodia in carcere, per Sorin Lesniuc, 25 anni, cittadinanza romena e dimorante a Villanova Marchesana, per Mihai Florin Conman, 45 anni, di nazionalità francese e residente a Marsiglia, e per un terzo romeno in questo momento latitante, oltre a un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per R.N., 28 anni, serba, convivente di Lesniuc. Indizi schiaccianti erano emersi già con la perquisizione del 4 aprile, il giorno dopo la rapina a Castelnovo Bariano, col ritrovamento di parte del bottino, le tante monete che si trovavano nella villa assaltata perché la padrona di casa aveva raccolto delle offerte per la parrocchia. Nonostante un quadro già molto chiaro, i carabinieri hanno atteso ancora per rafforzare le prove. Ma, se già le indagini erano state complicate, anche quello che è seguito dopo non è stato semplice.
COINVOLTA L’INTERPOL
Il “marsigliese” era tornato a casa ed è stato necessario un mandato d’arresto europeo per attivare l’Interpol e l’ufficiale di collegamento in Francia, un carabiniere. «Sapevamo che era a Marsiglia – ha spiegato il maggiore Di Gesare -, ma dobbiamo fare i complimenti alla Brigata anticrimine della polizia francese che proprio il 16, il giorno dopo la vittoria del Mondiale, è riuscita ad arrestarlo». E se il romeno volato in patria dopo la rapina è ancora uccel di bosco, Lesniuc il 14 giugno era stato arrestato in flagranza dai carabinieri di Ferrara per il furto di un Rolex insieme a un complice, tornando però subito libero. Il 3 luglio, improvvisamente, decide di partire e i carabinieri, che lo tengono ancora sotto controllo, si mettono all’inseguimento. La folle velocità in autostrada, oltre 180 chilometri l’ora, spinge a chiedere anche il supporto della Polstrada: l’auto con a bordo Lesniuc e la compagna, non più una MiTo, viene fermata a Palmanova: lui finisce in carcere a Udine, lei riaccompagnata a Villanova Marchesana. Dentro l’auto, però, anche 15mila euro in contanti, gioielli di ogni tipo di almeno lo stesso valore se non più, ma anche orologi falsi e una valigetta di banconote da 500 euro false. Palesemente contraffatte, tanto che si ritiene fosse “carta straccia” da mettere nelle mazzette per eventuali truffe.
Ultimo aggiornamento: 08:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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