Strade avvelenate, si muovono i sindaci: «Diteci se ci sono state contaminazioni»

Sabato 16 Marzo 2019 di Francesco Campi
Strade avvelenate, si muovono i sindaci: «Diteci se ci sono state contaminazioni»
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ROVIGO - «Vogliamo capire bene quali rischi ci sono, cosa è stato messo nelle nostre campagne e se qualcosa è stato contaminato. Per questo abbiamo chiesto ad Arpav che esegua dei campionamenti e che ci faccia avere il prima possibile i risultati delle analisi». Il sindaco di Trecenta Antonio Laruccia non nasconde la propria preoccupazione per la strada interpoderale in località Corbottolo, sulla sponda sinistra del Canalbianco, verso Giacciano, dove fra il 27 febbraio e il 17 marzo del 2014, secondo l'inchiesta sul presunto traffico illecito di rifiuti della Direzione distrettuale antimafia di Venezia, sarebbero state utilizzate ben 7.732 tonnellate di Concrete green il calcestuzzo non strutturale preconfezionato, già salito alla ribalta nelle indagini sulla Valdastico Sud. È l'accusa formulata dal sostituto procuratore della Dda veneziana Davide Zorzi. Il conglomerato  avrebbe superato le concentrazioni limite previste dalle norme per cloruro, rame, nichel, piombo e cromo esavalente e non sarebbe stato inertizzato secondo le previsioni di legge. Quindi, rimaneva ancora un rifiuto. Il 20 marzo a Venezia si terrà l'udienza preliminare nella quale verrà valutata dal giudice la richiesta di rinvio a giudizio formulata nei confronti dei tre indagati.
COMUNI PARTI OFFESEI Comuni polesani indicati come parti offese, si sono già mossi. Laruccia ha invitato i colleghi di Giacciano con Baruchella, Arquà, Badia, Bergantino, Canaro, Canda, Castelmassa, Castelnovo Bariano, Costa di Rovigo, Fratta, Gaiba, Melara, Occhiobello, Pincara, Salara, San Martino, Stienta e Villadose, a muoversi uniti.
«Lunedì ci siamo incontrati a Trecenta - ha aggiunto Laruccia - tutti sono determinati a costituirsi parte civile. Come Comune di Trecenta abbiamo già dato mandato, proprio lunedì, all'avvocato Giampaolo Schiesaro. Altri sindaci hanno scelto altri avvocati, ma ci muoviamo in modo coordinato».
Anche la Provincia con il decreto firmato dal presidente Ivan Dall'Ara il 14 marzo, ha scelto di costituirsi parte civile con l'avvocato dell'ente Eliana Varvara.
AMBIENTE COMPROMESSOPiù che il fronte giudiziario, è l'aspetto ambientale a preoccupare nell'immediato i sindaci, così come i cittadini: «Attendiamo le risposte di Arpav rimarca Laruccia - sperando che ci siano indicazioni precise: come sindaco devo tutelare la salute e l'incolumità dei cittadini e quindi devo agire. Si tratta di oltre settemila tonnellate di materiali sui quali non sappiamo se non quello che è emerso dalle notifiche, sulle quali già tempo fa sapevamo che aveva indagato la Forestale, con la ditta che aveva mandato delle tabelle con analisi in cui risultava tutto in regola. L'eventuale bonifica non è uno scherzo». La strada in questione attraversa una proprietà privata e, spiega il sindaco di Trecenta: «È per tre quarti sul territorio di Trecenta e per un quarto su quello di Giacciano con Baruchella».
Sempre nel territorio del Comune guidato da Natale Pigaiani, il Concrete green secondo la Dda, sarebbe stato utilizzato in una quantità di circa 900 tonnellate, nel febbraio del 2014, in località Barchetta, al confine con il Comune di Badia Polesine.
LEGALI INCARICATI«Insieme a Trecenta spiega il sindaco Pigaiani - ci siamo affidati all'avvocato Schiesaro che è stato anche avvocato dello Stato e che è un esperto di tematiche ambientali. Ora attendiamo l'esito dell'udienza del 20 marzo e, soprattutto, le risposte da parte di Arpav».
L'inchiesta ruota attorno al Consorzio Cerea e alla Tavellin Green line, il cui rappresentante legale, il 59enne Giuseppe Domenico Tavellin si trova indagato, insieme a Stefano Sbizzera, 49 anni, che avrebbe avuto il ruolo di procacciatore d'affari oltre a Luciano Manfrin, 58 anni, che avrebbe messo a disposizione terreni, suoi o dei quali aveva la disponibilità, oltre che a Trecenta e Giacciano anche a Piacenza d'Adige, Terrazzo, Minerbe e Isola della Scala. Fra le parti offese, 109 Comuni nelle province di Verona, Padova, Mantova, Modena, Ferrara e Bologna, oltre a quella di Rovigo.
 
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