Adria, sì alla bonifica dell'ex Soceic: operazione da 3,5 milioni

Venerdì 12 Aprile 2024 di Guido Fraccon
Adria, sì alla bonifica dell'ex Soceic Operazione: operazione da 3,5 milioni

ADRIA - Parte la bonifica dell'ex discarica Soceic di viale Risorgimento.

La giunta di Adria ha approvato l'accordo per la realizzazione dell'intervento con il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica e la Regione Veneto. L'operazione prevede una spesa complessiva di 3.503.300 euro, finanziata con contributo ministeriale derivante da Pnrr: 50mila euro nel corrente anno, 244mila nel 2025 e 3.209.300 nel 2026. Ubicato nell'area ex Sideradria, in una zona di circa 20mila metri quadrati, l'impianto era in origine destinato alle attività di bonifica del terreno contaminato, rinvenuto nell'ex stabilimento siderurgico SiderAdria. Fu successivamente impiegato per lo smaltimento di rifiuti inerti non pericolosi.

SEQUESTRI E TIMORI

Il sito, coltivato in modo discontinuo, con diversi provvedimenti di sequestro ed ordini di rimozione di residui non conformi alle tipologie autorizzate, era stato autorizzato dalla Provincia nel 2002 allo smaltimento degli inerti. Ma la ditta trattò in loco anche materiali non inerti, secondo le analisi effettuate da Arpav nel novembre 2004 e nell'agosto 2005. Il primo blitz però era scattato a fine 2002, eseguito dai carabinieri della Compagnia di Adria e dal Nucleo ecologico di Venezia, a seguito di una serie di sopralluoghi. Una situazione che aveva allarmato la popolazione e posto seri dubbi sull'opportunità di proseguire l'attività. L'area, secondo gli accertamenti eseguiti, non rispettava i termini delle concessioni. La "2B" avrebbe infatti raccolto anche scarti di bitume e residui di opere di asfaltatura, che richiedono un trattamento particolare e che non potevano essere raccolti e smaltiti in zona. Nel frattempo la società aveva cambiato nome in Seav. A seguito dei riscontri di Arpav, Palazzo Celio ordinava alla Seav lo smaltimento dei rifiuti non inerti, previa presentazione di un piano di lavoro, nonché lo spianamento dell'area, al fine di procedere con le successive operazioni di chiusura e post-gestione. La società proponeva ricorso al Tar del Veneto e quindi ricorso al Consiglio di Stato: rigettati. La Provincia quindi diffidava Seav ad adempiere al provvedimento, senza però ottenere riscontri.

TUTTO FERMO PER 15 ANNI

Scattava pertanto, correva il 2008, la procedura di sostituzione in danno alla Seav per la rimozione degli scarti non conformi, chiedendo alle Assicurazioni Generali, l'escussione della polizza fideiussoria depositata da 400mila euro. A quel punto sorgevano altre questioni fra Provincia, Generali e il legale rappresentante della Soceic, firmatario della fideiussione. La Provincia inviò una lettera sui lavori da realizzare per la risoluzione delle problematiche, ma società nel frattempo si era trasferita in Brasile e le opere richieste non furono eseguite.

Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 10:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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