ADRIA (ROVIGO) - Sempre più maiali: con la determinazione dirigenziale 1.928 del 22 novembre la Provincia ha rilasciato l’Aia, Autorizzazione integrata ambientale all’ampliamento dell’allevamento di suini da ingrasso che si trova in località Ca’ Tron, a Ca’ Emo, dai circa 1.200 attuali a 2.850. Più del doppio. Certo nulla di paragonabile al progetto che anni fa era stato presentato dalla Società Agricola Porcellino d’Oro su Ceneselli, dove si prevedeva di ospitare ben 22mila capi, con annesso impianto di biogas, poi abbandonato nell’autunno 2016 dopo le barricate erette da comitati e associazioni ambientaliste. Comunque, aumenta il numero di maiali allevati in Polesine, che secondo l’ultimo report di Veneto Agricoltura sul comparto suinicolo, relativo al 2020, con i suoi 77 allevamenti copre il 5,1% del totale del numero di allevamenti presenti in Veneto, ma con i suoi 67.700 capi, quasi il 10% di tutti i maiali presenti in regione, 681.763.
Il numero di capi macellati in Veneto nel 2020 è stato di 409. 258, ma solo il 46% era allevato in regione, 189.208, mentre circa il 13,2% arrivava dall’estero.
L’AMPLIAMENTO
Il Comune ha già rilasciato il permesso di costruire il 17 agosto scorso. L’allevamento, anche con l’ampliamento, rimane sotto il limite di peso vivo di 20 quintali per ettaro e, per questo risulta escluso dalla verifica di assoggettabilità a Via, Valutazione di impatto ambientale. La Provincia di Rovigo ha dato avvio al procedimento amministrativo per la valutazione del rilascio dell’Aia il 21 giugno. Il 4 agosto la Provincia e Arpav hanno chiesto delle integrazioni documentali. Il Comune di Adria ha espresso il proprio favorevole in materia acustica, così come il Servizio Igiene allevamenti e sanità animale dell’Ulss Polesana per quanto riguarda le materie di competenza, sottolineando in particolare i requisiti di biosicurezza per gli allevamenti stabulati ad elevata capacità», con particolare attenzione agli aspetti relativi ai rischi derivanti dal contagio di peste suina.
Il 6 novembre, poi, è stato presentato il Piano di monitoraggio e controllo concordato con Arpav, nel quale si stabiliscono i limiti relativi ad azoto e fosforo, alle emissioni di ammoniaca, a quelle di polveri e anche di odori, sottolineando come «il gestore riporterà eventuali criticità riscontrate nell’anno di riferimento e le eventuali azioni/misurazioni effettuate, secondo il Piano di gestione presentato. Considerato che l’applicazione delle Migliori tecniche disponibili hanno come obiettivo anche la riduzione delle emissioni odorigene alla formazione, tenuto conto inoltre della sostanzialità e frequenza delle segnalazioni agli Uffici competenti, documentate e comprovabili attraverso sopralluogo all’impianto, sarà valutata la prescrizione di monitorare le emissioni di odori a seguito di segnalazione». Fra le ulteriori prescrizioni, la copertura della concimaia esistente con materiali galleggianti.