Quota 100: assalto ai patronati
«In pensione, quanto ci rimetto?»

Giovedì 17 Gennaio 2019
Quota 100: assalto ai patronati «In pensione, quanto ci rimetto?»
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Quota 100: inizia la processione ai patronati. Circa cinquecento i lavoratori che si sono già rivolti all'Inas Cisl di Padova nelle ultime tre settimane, molte le richieste di informazioni anche nel Veneziano, mentre a Treviso si è registrato un incremento del 20% di afflussi negli appositi sportelli dei sindacati. Gli uffici sono comunque tutti pronti per l'assalto che annunciano ci sarà con l'uscita del decreto attuativo. La platea di chi può potenzialmente accedere in Veneto a Quota 100 è infatti alta: secondo una rielaborazione della Cgil Funzione pubblica regionale sono 31.686 i lavoratori negli enti locali, addirittura 40.188 nella sanità, esclusi i medici che sono ulteriori 7.053. Senza considerare quindi il privato e gli altri settori pubblici. Nei patronati veneti la domanda più frequente riguarda quanto perderanno dall'andare in pensione prima del previsto. Perché è vero che il sistema prevede un'uscita  anticipata a 62 anni se si hanno almeno 38 anni di contributi, ma è pur vero che ci saranno delle penalizzazioni da un minimo del 2% per chi ha 42 anni di contributi ad un massimo del 20%. Un giro tra i patronati di Venezia, Padova, Treviso, Rovigo e Belluno è utile per capire le aspettative. Un certo movimento si è registrato negli sportelli, situazione che nei prossimi giorni potrebbe esplodere considerato l'altissimo numero di coloro che possono accedere alla finestra dell'uscita dal lavoro anticipata rispetto ai 67 anni fissati dalla Fornero.
I PATRONATI«È difficile immaginare su una platea che, tra dipendenti e autonomi, abbiamo stimato possa coinvolgere 10mila lavoratori nel solo Veneziano, quanti sceglieranno di anticipare la pensione - spiega Ermelinda Ventriglia, responsabile del patronato Inas-Cisl di Venezia - ma basandoci sui numeri, la mole di persone coinvolte spaventa». E mentre molti si rivolgono al sindacato perché non hanno capito bene come funziona o con la fatidica domanda «quanto ci rimetto?» gli uffici si stanno già preparando all'assalto della diligenza. «Siamo sicuri che subito dopo l'approvazione del decreto arriveranno in tanti - prosegue Ventriglia - per questo i nostri delegati stanno già organizzando assemblee mirate nelle aziende, mentre noi convocheremo i nostri iscritti che hanno i requisiti che sulla base delle prime verifiche sono trecento solo a Mestre». Flusso di lavoratori anche negli uffici dell'Inps veneziana: «Non possiamo dare informazioni nè interpretazioni prima dell'uscita del decreto - spiega il direttore dell'Inps Gaetano De Caro - comunque siamo pronti ad affrontare un eventuale aumento del numero delle pratiche, anche grazie alla nostra procedura che ci permette di vedere le code e calibrare il numero di sportelli». Non nega comunque di essere preoccupato dal fronte interno considerata l'età elevata dei dipendenti dei suoi uffici.
Richieste di informazioni anche a Padova e Rovigo come attesta Jacopo Arca, responsabile provinciale dell'Inas Cisl delle due province. «A Padova ci aspettavamo quaranta o cinquanta lavoratori al giorno - spiega - invece ad oggi sono mediamente sei o sette. Se consideriamo l'intera provincia, in certi giorni arriviamo ad una trentina di richieste, potremmo stimare circa 500 persone passate per le nostre stanze nelle ultime tre settimane». La preoccupazione del sindacato è comunque rivolta alla Pubblica amministrazione. «Tenendo conto che in questa provincia i dipendenti pubblici sono 20mila con età media tra i 52 e i 55 anni - osserva Michele Roveron, segretario della Cisl Fp di Padova - prevediamo che il 30% potrebbe aver maturato lo scorso 31 dicembre i requisiti per andare in pensione». Nota grande confusione da parte dei lavoratori, invece, Alessandro Chiavelli, segretario generale dello Spi Cgil di Padova e «a tutti rispondiamo che siamo in attesa di capire se il decreto sarà confermato o modificato».
LE DUE VELOCITÀLa corsa a Quota 100 è scattata anche nella Marca. Seppur a velocità diverse. Un vero e proprio sprint secondo la Cisl di Treviso e Belluno: in base alle prime stime del sindacato la possibilità della pensione anticipata potrebbe portare a raddoppiare le domande di pensionamento in provincia nel 2019. Dalla riapertura dopo le festività natalizie, gli sportelli del patronato Inas Cisl stanno registrando un afflusso in aumento del 20% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. L'organismo sindacale ha calcolato che tra gli utenti registrati nella propria banca dati, già oggi circa 800 lavoratori potrebbero ritirarsi in base ai nuovi parametri. Considerato che l'anno scorso la struttura, una delle maggiori nella Marca, ha istruito 1.065 pratiche di pensionamento, il trend complessivo potrebbe quasi raddoppiare. Prospettive pressoché opposte alla Cgil di Treviso: nelle sedi del patronato Inca non si è andati oltre qualche persona in più rispetto all'ordinario per informarsi su Quota 100. Gli stessi responsabili ritengono che gli effetti saranno comunque limitati sulla platea dei pensionabili trevigiani. Inoltre l'impossibilità di continuare a svolgere prestazioni professionali dopo essere andati in quiescenza con questa formula, scoraggia categorie con un'anzianità contributiva in genere più ridotta, come i dirigenti d'azienda.
(Hanno collaborato  Melody Fusaro, Gabriele Pipia e Mattia Zanardo)

Ultimo aggiornamento: 10:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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