Zaia: «Strepitoso». L'effetto Aquarius alza ancora la marea del 4 marzo

Lunedì 11 Giugno 2018 di Alvise Fontanella
Zaia: «Strepitoso». L'effetto Aquarius alza ancora la marea del 4 marzo
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«Risultati strepitosi» commenta felice Luca Zaia. La Lega si riprende Treviso e Vicenza, alla grande, al primo turno, senza neppure concedere l'onore del ballottaggio al centrosinistra, che pure godeva del vantaggio, indubbio in tutte le elezioni comunali,  di avere, in entrambi i capoluoghi, il sindaco uscente.  La marea del 4 Marzo si alza ancora e stavolta i vincitori non sono più due, ma uno solo: non più Di Maio e Salvini, ma il solo Salvini e la "muscolarità" con la quale il neo ministro degli Interni gestisce la questione immigrazione. L'effetto Aquarius ha pesato: la nave dei migranti ha trovato i porti chiusi ma i seggi elettorali aperti, e la sentenza del popolo sovrano non lascia dubbi su cosa i veneti e gli italiani pensino: l'invasione va fermata, punto e basta, anche se i toni e i mezzi usati non piacciono ai salotti, alle sinistre, ai grandi finanzieri e al Papa.

«A Treviso è stato fatto un lavoro ciclopico per recuperare una partita che prima dell'inizio della campagna molti pensavano persa» spiega Zaia, che si è speso in prima persona nella campagna, riuscendo a recuperare anche lo Sceriffo Giancarlo Gentilini, fuoriuscito in un primo tempo dalla Lega, ma da sempre molto amato dai trevigiani. «Mario Conte è stato l'uomo giusto nel momento giusto: ha un bel progetto per la città e soprattutto è riuscito a spiegarlo ai cittadini.
Era da una vita che Treviso non veniva presa al primo turno. Oltre al grande candidato e ai tanti giovani, voglio sottolineare anche l'ottimo risultato della Lega, che riesce a trasformare il consenso in progetto concreto, a differenza di altri partiti. Missione compiuta», ha concluso Zaia.


Un segnale chiaro l'aveva già dato, a fine Aprile, il Friuli Venezia Giulia, eleggendo il leghista Massimiliano Fedriga governatore della Regione che era stata retta dalla pd Debora Serracchiani, e assegnando alle coalizioni di centrodestra le città principali. Ma ieri il primo vero test elettorale nazionale dopo le elezioni politiche - oltre 7 milioni di italiani alle urne, di cui mezzo milione nel Veneto - conferma e radicalizza le tendenze emerse nel voto del 4 marzo: la frana del Pd di Renzi, che regge solo in alcune sacche di resistenza e può dirsi veramente soddisfatto solo in quel di Brescia, dove è riuscito a confermare il sindaco uscente. Nel resto del Paese, la Lega trascina il centrodestra alla vittoria, anche fuori dei confini delle Regioni storiche del Carroccio, e cannibalizza ancora più ampiamente Forza Italia. Si prende addirittura il 12% a Viterbo, il 14 ad Aprilia, in Lazio, il 9% a Siena e il 10 a Massa, in Toscana. E quel che più conta, mostra una forza crescente anche nel campo elettorale cosiddetto "anti-sistema": il Movimento 5 stelle segna in queste elezioni una forte battuta d'arresto, che pur essendo abbastanza prevedibile per un partito che alle Comunali spesso non riesce, con i suoi sistemi online, a selezionare candidati vincenti, tuttavia sembra essere stata determinata da un chiaro travaso di consensi, nel campo "populista", a vantaggio della Lega.

A Treviso, la città che nell'ormai lontano 1979 diede i natali alla Liga Veneta, madre di tutte le Leghe, la lista del Carroccio sfiora da sola il 20 per cento, la civica del sindaco eletto, Mario Conte (un cognome indovinato....) ci aggiunge un altro 15% abbondante, e infine la lista Zaia-Gentilini dà il colpo di grazia con l'11,47% dimostrando tra l'altro la bontà dell'azione politica del governatore, che superando i litigi iniziali e le resistenze della segreteria provinciale del partito ha saggiamente assicurato alla scuderia l'apporto dell'ancora popolare Sceriffo. E proprio il successo di questa operazione, facendo della Lega il perno indiscusso dell'alleanza di centrodestra, ha relegato Forza Italia ad un misero 3,66% , schiacciato il Movimento 5 stelle a poco più del 4 per cento, e relegato il Pd del sindaco uscente Giovanni Manildo, che pur godeva di ottima stampa e dell'appoggio di industriali "illuminati" e di esponenti della cultura, ad un 16 per cento che pur incrementato del 10 o poco più ottenuto dalla civica Manildo, non può soddisfare un'amministrazione uscente che si vantava d'aver cambiato in meglio il volto del capoluogo della Marca, portandolo - come ripeteva la propaganda Pd - fuori dai "tempi bui" di Gentilini e di Gobbo. E invece gli elettori, quei cosiddetti "tempi bui" pare proprio che li rivogliano.

Anche a Vicenza, dove il sindaco uscente era il popolare Achille Variati, monumento del centro-sinistra moderato ma autonomista "modello veneto", il Pd e le civiche d'appoggio si fermano al 45%, e la Lega ha saputo muovere bene le leve della diplomazia: la "desistenza" del Movimento 5stelle, che nella città del Palladio non ha presentato liste, regala al centrodestra una clamorosa vittoria al primo turno: l'avvocato Francesco Rucco supera di un soffio il 50% togliendo ogni speranza al candidato Pd Otello Dalla Rosa.

A San Donà di Piave si va invece al ballottaggio, e con il candidato sindaco del Pd, Andrea Cereser, in netto vantaggio col 43 per cento sulla candidata della Lega, Francesca Pilla, al 36 per cento. Ma a San Donà il centrodestra correva diviso, e il candidato arrivato terzo, Oliviero Leo (Forza Italia e civiche) ha ottenuto un buon 12 per cento, che in buona parte inevitabilmente confluirà al secondo turno su Cereser, con o senza apparentamenti ufficiali.

Alla fine il Pd ritrova, com'è tradizione nelle elezioni Comunali, anche punti di forza: è costretto al ballottaggio e rischia di perdere, nella rossa Toscana, Massa e perfino la storica Siena, capitale della finanza di "abbiamo una banca", ma tiene Brescia al centro di una provincia leghista, e infine mostra che ai ballottaggi quasi ovunque è il candidato del centrosinistra a disputare la finale col centrodestra. Il vero vaso di coccio, alle Comunali, è il Cinquestelle, che nonostante gli sforzi della sindaca Raggi sparisce dai ballottaggi anche nei due importanti quartieri di Roma al voto, dove invece la Lega fa il botto e conquista persino il lusso di un ballottaggio.























 


 
Ultimo aggiornamento: 16:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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