Autonomia del Veneto. Dalle tasse (che restano qua) al personale: ecco cosa cambia

Venerdì 15 Febbraio 2019 di Alda Vanzan
Autonomia del Veneto. Dalle tasse (che restano qua) al personale: ecco cosa cambia
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Non c'è il modello Bolzano, non ci sono i nove decimi delle tasse, non si parla di residuo fiscale. Ma la bozza di intesa sull'autonomia differenziata del Veneto presentata ieri al Consiglio dei ministri rappresenta, soprattutto per la parte finanziaria, una rivoluzione. Pur con la premessa che non ci saranno nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, la novità è che il Veneto non solo avrà una compartecipazione del gettito dell'Irpef, ma se il gettito crescerà, le tasse pagate dai veneti resteranno in Veneto. 



È questo uno dei punti che rischiano di essere maggiormente contestati dal resto d'Italia, sopratutto dalle Regioni più povere. Non è un caso che nella seduta di ieri a Palazzo Chigi, dove le comunicazioni in merito ai procedimenti in corso ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione figuravano al terz'ultimo posto prima delle varie ed eventuali, la discussione si sia  incentrata quasi esclusivamente sulla parte finanziaria. Alla titolare degli Affari Regionali, la vicentina leghista Erika Stefani, i colleghi ministri hanno chiesto delucidazioni sui costi, dalla spesa storica ai fabbisogni standard. E Stefani, dati alla mano, ha spiegato che le regioni più virtuose, come Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, prendono meno soldi, salvo garantire che «non vi saranno penalizzazioni a carico di nessuna Regione».

I NODI
Certo, nonostante l'accordo raggiunto al ministero dell'Economia e delle Finanze, la bozza presentata ieri è ancora incompleta. Per quanto riguarda il Veneto manca tutta la parte tributaria, laddove Palazzo Balbi sia aspetta autonomia ad esempio sul bollo auto. Ma se in questo caso la carenza è solo formale (in attesa testo Mef, recita la bozza agli articoli 42 sull'autonomia tributaria e 43 sulla finanza pubblica regionale), in altre materie manca proprio l'accordo. Con i ministeri di Ambiente, Salute, Infrastrutture, Cultura, tutti a guida M5s, si è in alto mare. «Ci sono ancora nodi politici», ha detto Stefani al termine del Consiglio dei ministri, confidando però che già «la prossima settimana» si possano sciogliere.

Rispetto al testo approvato dal consiglio regionale del Veneto alla fine del 2017, all'indomani del referendum sull'autonomia, restano confermate le 23 materie, dalla giustizia di pace alle casse di risparmio. Alcune hanno visto dettagliare le competenze, altre sono solo un titolo. Se la bozza resta così, il Veneto non la accetterà. La partita ora è tutta politica.
 
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