Autonomia al Veneto, ecco la bozza
Tutti i nodi ancora irrisolti

Mercoledì 13 Febbraio 2019
La ministra Erika Stefani e il governatore Luca Zaia
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VENEZIA - Autonomia del Veneto, la trattativa con Roma prosegue ma siamo di fronte ad una muraglia cinese di No: i ministeri negano al Veneto anche le le competenze il cui trasferimento alle Regioni che le richiedano è pacificamente previsto dalla Costituzione.

Mancano soprattutto le intese che contano, quelle sui soldi. La Costituzione infatti prevede che lo Stato, quando trasferisce competenze alle Regioni, trasferisca ovviamente anche i capitoli di bilancio relativi, cioè i fondi che lo Stato ha finora utilizzato per gestire le competenze che vengono trasferite.

Secondo l'ultimo documento disponibile, distribuito ai parlamentari della Commissione Bicamerale per le questioni regionali, che però è piuttosto datato, risalendo al 4 febbraio, nella bozza di accordo Veneto-Roma sono lontane le intese su infrastrutture, energia, beni demaniali e culturali, ma soprattutto quella relativa al gettito e alle compartecipazioni fiscali. Sulla bozza sta ancora lavorando il ministro per le Autonomie Erika Stefani, veneta e leghista, che però si scontra con le resistenze dei colleghi 5stelle e del ministro Tria.

 IL TESTO DELLA BOZZA diffusa ai parlamentari il 4 FEBBRAIO: clicca qui per scaricarla 

Manca in particolare il via libera del Ministero delle Finanze sul sistema di compartecipazione ai tributi e l' autonomia tributaria, chiesta dal Veneto ad esempio per bollo auto e il recupero dell'evasione fiscale; silenzio anche sul coordinamento della finanza pubblica e sulla regionalizzazione delle Casse di risparmio.

Altre resistenze sono al capitolo sanità, per cui la Regione potrebbe gestire l'assetto istituzionale e l'organizzazione ospedaliera, i neolaureati in corsia e i ticket, con l'abolizione del superticket di 10 euro. Per le Infrastrutture, muro di no dal ministro Toninelli: no alla regionalizzazione di linee ferroviarie locali, no al finanziamento del Tpl, no alla nomina regionale del presidente dell'Autorità portuale dell'Adriatico settentrionale. Per Venezia il Governo è favorevole a trasferire le potestà dell'ex Magistrato alle Acque ma non la "cassaforte", la cabina di regia per il Mose. Non c'è infine intesa sui capitoli dell'energia, del demanio marittimo e idrico e infine per i beni culturali.

 

Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 16:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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