Il tagadà sta per partire, un altro giro di scossoni tra equilibrismi e capelli al vento.
TUTTI CONTRO UNO
Le urla di incitamento sovrastano la musica del Luna park. Si sentono risate, incitamenti. C’è chi salta eccitato come se fosse in un ring, qualcuno si scansa per non essere coinvolto. Chi resta solo è il ragazzo di Francenigo. Nessuno lo aiuta, nessuno lo difende. Tutti contro uno. C’è chi continua a incitare, chi reclama pugni e fa la telecronaca dei ganci rifilati al diciassettenne. Chi sale sulle spalle dell’amica per vedere meglio. Altri continuano a filmare l’aggressione con il telefonino. Ed è impressionante essere spettatori di tanta violenza e rendersi conto che non è un film. I pugni, le ginocchiate nel ventre della vittima sono autentici e fanno male.
LA VITTIMA
Il ragazzo si difende come può. Tenta di sottrarsi al pestaggio, ma ogni volta che sguscia via si ritrova davanti un nuovo avversario. C’è il ragazzo con la camicia a quadri e le spalle larghe, che a certo punto gli blocca le braccia. A lui non resta che rifilare una testata nel tentativo di liberarsi. Ma l’altro non molla, anzi, trova l’appoggio di altri compagni che cominciano a rifilare pugni. Il diciassettenne è in trappola, spinto verso il retro della giostra, continua a ricevere pugni in testa con una violenza inaudita. Altri si fanno sotto ed è a quel punto che alcune ragazze capiscono che non è una zuffa. Potrebbe finire male. «No, no, nooo...», si sente urlare. Ma ormai il branco non è più controllabile.
L’ULTIMO ATTO
Il 17enne, un ragazzo piuttosto esile, viene ancora una volta trattenuto per la testa, poi riesce a liberarsi e a trovare un varco per sgattaiolare via e cercare riparo all’interno del Luna park. Un ragazzo con un piumone rosso capisce che la situazione è ormai fuori controllo, che potrebbe succedere qualcosa di molto grave e cerca di bloccare chi lo sta picchiando afferrandolo alle spalle. Non lo molla, vuole costringerlo a fermarsi. È a quel punto che interviene un ragazzo con un giubbotto viola. All’inizio sembra voler difendere la vittima, perché cerca di allontanare gli altri giovani che stanno facendo a botte. In realtà vuole essere protagonista. E, quando tutto sembra finire, interviene in prima persona impedendogli di allontanarsi. Con due balzi gli è addosso e gli sferra un pugno alla testa che lo fa vacillare. Continua a colpire finché davanti a lui non si parano altri ragazzi. E continua la gragnola di colpi mentre il 17enne cerca riparo.
LA FUGA
Il gruppo, tra le urla di disappunto di alcune ragazze, comincia a disperdersi. Qualcuno ride divertito per quel sabato pomeriggio pieno di adrenalina, foto e filmati da condividere sui social. Elvis Relandini, responsabile del Luna park, chiama i carabinieri, ma i ragazzi ormai hanno capito di aver esagerato e si disperdono. La maggior parte corre verso la stazione ferroviaria in tempo per il primo treno in arrivo da Pordenone e li riporterà a casa, a Conegliano.