Le sbarre del passaggio a livello abbassate: la vita dell'avvocato si divide in due

Venerdì 1 Marzo 2019 di Daniela Pillon
Le sbarre del passaggio a livello abbassate: la vita dell'avvocato si divide in due
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SACILE - La vita divisa in due. Al di là del passaggio a livello tra le vie Bertolissi e Lacchin, Anna Piemontese abita con la sua famiglia. Al di qua, quasi all'inizio di viale Lacchin, c'è il suo studio di avvocato. Pochi passi che diventano un tragitto interminabile che può durare oltre un'ora. Come la maggior parte degli abitanti della zona sud di Sacile, la giovane professionista è costretta quotidianamente a fare i conti con l'impossibilità di muoversi a piedi in città. Mercoledì l'attesa davanti alle sbarre si è protratta per quasi un'ora. «Sono arrivata al passaggio a livello verso le 8.30 - spiega -, ma solo alle 9.25 ho potuto attraversare i binari. In quel lasso di tempo sono passati solo quattro treni. Altri pedoni come me devono sopportare quotidianamente lunghe ed estenuanti attese. Improponibile  come alternativa il sottopasso di San Odorico se sei a piedi o in bicicletta, ma sei anziano. Il tragitto diventerebbe troppo lungo. A questo punto per fare una manciata di metri uno è costretto a prendere l'auto o ad armarsi di pazienza». 
LA RABBIAIndispettita per la lunga attesa, Piemontese ha affidato ad un post su Sei di Sacile... se vuoi discutere la sua rabbia. Ad acuire il problema l'installazione, per motivi di sicurezza, del dispositivo che limita a pedoni e cilisti l'escamotage dell'attraversamento a sbarre chiuse. Attraversamento che, però, continua nonostante i divieti, soprattutto da parte degli studenti con ovvi pericoli per la loro incolumità. 
IL COMITATO«Le lunghe attese - spiega Dario Buscema del comitato per la realizzazione del sottopasso ferroviario - sono anche dovute al fatto che, a differenza che in passato, non ci sono più gli operatori che da Sacile gestiscono alzata e chiusura delle sbarre e il passaggio a livello è controllato direttamente da Mestre. Soprattutto in certi orari, e particolarmente il mattino, la chiusura è così prolungata che la città è letteralmente spezzata in due». Capita anche che a Mestre si dimentichino di alzare le sbarre o che vengano chiuse senza che vi sia il passaggio di qualche treno - dicono alcuni cittadini. 
IL SOTTOPASSO INFINITOE la speranza che la realizzazione del sottopasso possa prendere avvio già alla fine di quest'anno, come si ventilava quest'autunno, è purtroppo sfumata. «La realizzazione del sottopasso - precisa infatti Pierluigi Poletto, presidente del comitato che ha raccolto in breve tempo oltre un migliaio di firme - è infatti vincolata alla realizzazione di quello di via Flangini, nell'ambito dei lavori per il completamento della gronda est. E fino a quando quest'opera non sarà conclusa, saremo costretti a convivere con il grave disagio di una città letteralmente divisa in due». 
IL SINDACOSui tempi di attesa c'è poco ottimismo anche da parte del sindaco Carlo Spagnol: «Difficilmente i lavori inizieranno alla fine del 2019. Molto più probabile è uno slittamento al 2020, se tutto va bene» spiega, confermando che le chiusure sono estenuanti e a volte neppure giustificate dal passaggio dei treni.
Daniela Pillon
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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