La piccola Elisa sogna Anastacia
«La popstar le ha salvato la vita»

Mercoledì 13 Giugno 2018 di Alberto Comisso
La cantante pop Anastacia
PORDENONE «Per mia figlia il regalo più grande sarebbe quello di poter conoscere la cantante Anastacia, uno dei tanti personaggi famosi che, sin dall’inizio, si è speso per trovare un donatore di midollo osseo per Elisa. Lei e tanti altri personaggi del cinema e della televisione, insieme a migliaia di persone comuni,  le hanno salvato la vita».   E’ commosso mentre parla, Fabio P. il papà della bimba di Pordenone che da tempo sta lottando con una rara forma di leucemia. Il 27 giugno la piccola compirà 4 anni. Sarà un compleanno che dovrà trascorrere all’ospedale Bambin Gesù di Roma, dove si trova ricoverata ormai da mesi. Una settimana dopo Anastacia, la leggenda del pop, si esibirà al 27esimo Pordenone Blues Festival. La data – il 5 luglio – è stata decisa ormai da tempo e sarà il parco San Valentino ad ospitare la tappa del tour della cantante americana che, con oltre 30 milioni di album venduti in tutto il mondo, è senza dubbio una delle voci più riconoscibili del nostro tempo. Era il 22 ottobre scorso quando la stessa cantautrice, che aveva raccontato pubblicamente di aver sconfitto il tumore al seno, lanciò sulla propria pagina Facebook l’appello ‘’Save Elisa and make a difference’’. Salva Elisa e fai la differenza. Nel messaggio, di poche righe, Anastacia invitava tutti a tipizzarsi; nel giro di poche ore quel post aveva avuto più di 300 mila condivisioni e quasi 700 mila ‘’mi piace’’.
IL DESIDERIO
Ora il desiderio più grande del papà è quello che Elisa possa incontrare Anastacia. La bambina è ancora piccola, è vero, ma sono stati i continui racconti del padre a farla ‘’innamorare’’ della cantante americana. Difficilmente la bimba riuscirà ad avere il via libera dai medici per uscire dall’ospedale Bambin Gesù e, dunque, tornare nella ‘’sua’’ Pordenone per assistere al concerto del 5 luglio. «Sono convinto che potrebbe bastare anche un piccolissimo gesto, come una dedica, per far felice mia figlia. Adesso è ancora piccolina, è vero, ma un domani – è l’augurio del papà – sarebbe fantastico che, tra tanti ricordi, potesse spuntare un qualcosa di riconducibile ad Anastacia». Mentre parla Fabio ha la voce rotta dall’emozione. Sa perfettamente che Elisa non è ancora fuori pericolo di vita, anche se lo scoglio più grande è stato superato: «In questi mesi – racconta – io e mia moglie abbiamo vissuto momenti drammatici. Dopo il trapianto di midollo, la piccola è stata accolta nella camera sterile dalla quale è uscita dopo cinque mesi. «Durante questo periodo – il papà va a ritroso nel tempo – Elisa è stata colpita da una malattia seria, tipica di chi ha subito il trapianto, che ha dilato i tempi. Se da un lato è stata una ‘’mazzata’’, dall’altro è un bene che sia venuta: è più facile, almeno stando a quanto dicono i medici, che il midollo possa attecchire. C’è stato un momento, però, in cui io e mia moglie abbiamo avuto paura di perderla. Poi il cambio della cura ha cominciato a giovare».
LA LUCE
Fabio P. ora comincia a vedere la luce in fondo al tunnel. «La vita di mia figlia – chiarisce – è fatta da alti e bassi. A giorni ride ed è felice, a giorni invece è triste perché sta male. Purtroppo, sino a quando non sarà completamente guarita, queste saranno situazioni che si riproporranno ancora. Tuttavia siamo felici perché, finalmente, siamo usciti da una situazione che pareva essere drammatica. E questo è un enorme passo avanti». Il papà non nasconde l’emozione quando ricorda le migliaia di persone che si sono mosse per salvare la piccola: «Io e mia moglie siamo ancora increduli: non ce lo saremmo mai aspettati che così tante persone si muovessero per un bambina di 11 chili. Forse saranno rimasti contagiati dal suo sorriso, dalla voglia di vivere che ha sempre trasmesso. Non ci sono altre guarire. Ma sarà necessario aspettare ancora sei o sette mesi, un anno esatto dal trapianto di midollo».
Alberto Comisso
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Ultimo aggiornamento: 14 Giugno, 10:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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