Boschi a fuoco, pattugliamenti nella notte a caccia del piromane

Lunedì 25 Marzo 2019
Boschi a fuoco, pattugliamenti nella notte a caccia del piromane
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PORDENONE - È di origine dolosa l'incendio che ieri pomeriggio ha interessato un'area a cavallo tra le province di Pordenone e Treviso e che è stato spento grazie all'intervento dei vigili del fuoco e dei volontari delle squadre antincendio della Protezione civile di diversi comuni friulani e veneti. A dare la certezza della volontà di appiccare il fuoco è il fatto che il rogo è partito da punti diversi della strada dei Carbonai che divide i due territori. Il gesto ha destato allarme, tanto che durante la notte volontari e Forestale hanno pattugliato il territorio. E sempre ieri pomeriggio un altro incendio si è sviluppato sopra Aviano, nella stessa area dove sabato pomeriggio il fuoco aveva distrutto tre ettari di bosco. Mentre sabato sera un altro principio di incendio è stato spento a Giais, vicino a un'abitazione e a un sentiero. Il prolungato periodo di siccità rende ancora più facile l'opera di piromani che trovano terreno fertile nelle sterpaglie e nella vegetazione facilmente infiammabili.
 
AD AVIANOIl primo allarme è arrivato al comando di Pordenone per il rogo che si era riacceso sopra Aviano, in un'area denominata Bosco Grande, sopra il santuario di Madonna del Monte, proprio dove sabato pomeriggio erano stati distrutti dalle fiamme tre ettari di bosco. E ieri il fuoco ha ripreso vita intorno alle 15; pochi minuti dopo sul posto sono giunte le squadre dei vigili del fuoco di Pordenone, mentre i colleghi di Maniago si occupavano di allestire e alimentare il vascone utilizzato per il pescaggio dell'acqua dall'elicottero della Guardia forestale, intervenuto a supporto delle operazioni di spegnimento dell'incendio. Al momento non si ipotizza un'azione dolosa. Altri undici ettari di sterpaglie erano bruciati a fine febbraio tra Budoia e Polcenigo, a poche centinaia di metri dai paesi.
A CANEVAPoco più tardi, intorno alle 16, l'allarme incendio ha interessato un'area boschiva, impervia, in comune di Caneva, a cavallo tra le province di Pordenone e Treviso. Le fiamme, come ha confermato ieri sera il sindaco di Caneva, Andrea Gava, dopo aver sentito il comandante della Forestale, si sono sviluppate da diversi punti della strada dei carbonai, che divide di fatto le due regioni. Un gesto voluto, un incendio doloso che avrebbe potuto provocare danni ben maggiori, se non fosse stato per l'intervento repentino dei vigili del fuoco di Pordenone che, con l'aiuto dei volontari antincendio della Protezione civile di Caneva e Polcenigo, si sono subito messi al lavoro anche grazie al supporto di un elicottero regionale del Veneto. Un intervento rapido e preciso, perché c'era il rischio che il rogo si estendesse velocemente, trovando terreno fertile nell'arsura provocata dalla prolungata siccità, e arrivasse a lambire alcune abitazioni che sorgono nella zona. I vigili del fuoco hanno lavorato fino a sera per spegnere le fiamme e bonificare l'area per escludere il potenziale rischio dell'innesco di altri focolai. Il sindaco Gava ha informato che durante la notte Forestali e volontari avrebbero perlustrato e controllato la zona per evitare il ripetersi di altri roghi, innescati da uno o più piromani.
IN CANSIGLIOLa lingua di fuoco che ha divorato tre ettari di bosco del Cansiglio, a circa 600 metri di quota, ha interessato anche il Comune di Cordignano, in provincia di Treviso. L'incendio, doloso, è partito dalla frazione Villa di Villa. Mentre le squadre dei vigili del fuoco di Treviso e Pordenone erano impegnate nello spegnimento, i carabinieri hanno dovuto occuparsi dei curiosi, saliti dalla pianura per vedere da vicino l'incendio. Il sindaco di Cordignano Alessandro Biz, ieri sera, ha mobilitato anche i volontari dell'Ana per effettuare un monitoraggio della zona nelle ore notturne. «C'è sempre il rischio che i focolai possano ripartire o che il piromane torni in azione. Sembra infatti che siano diversi i punti d'innesco, tutti a ridosso delle strade che si immergono nel bosco - afferma -. Siamo molto preoccupati. Questa volta le fiamme sono rimaste lontane dalle zone abitate. Ma se davvero c'è qualcuno che dà deliberatamente fuoco al bosco, con l'arrivo del caldo la situazione rischia di sfuggire di mano. È a rischio l'incolumità delle persone». 
Alberto Beltrame

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