In montagna i campi scuola estivi per reclutare gli alpini del futuro e salvare l'Ana

Lunedì 7 Marzo 2022 di Cristina Antonutti
L'assemblea dei delegati Ana

PORDENONE - Ilario Merlin guiderà per i prossimi tre anni la sua truppa di circa 8mila tra penne nere e aggregati, che in provincia di Pordenone sono circa un migliaio tra fratelli, figli e vedove di chi è andato avanti. È stato rieletto alla guida dell’Ana di Pordenone per la terza volta. Non c’è stato bisogno di votare, perché quando il presidente dell’assemblea ha chiesto se c’erano opposizioni, dalla platea dell’auditorium Zotti di San Vito nessuno dei 248 delegati ha fiatato. Merlin, 52 anni, di Morsano al Tagliamento, ha cominciato il suo terzo mandato tra uno scroscio di applausi.
Presidente, se l’aspettava?
«Era nell’aria. Sono felice, è impegnativo, ma ricevo più di quello che do. Gli alpini donano il loro tempo, non contestano mai le direttive, certo, ci sono dei confronti anche accesi, ma non arriviamo mai ai livelli dei politici di oggi. Se discutono, è perché ci tengono a contribuire con le proprie opinioni».
Da quanto tempo fa parte dell’Ana?
«Ho fatto l’ufficiale a Bolzano, al 2° Genio Iseo, ero comandante di plotone. A fine 1991 sono andato in Comune a registrare il congedo. A quei tempi non c’era la privacy e il segretario ha subito avvertito Roberto Spangaro, il presidente del gruppo Ana. Un giorno, eravamo io e Adriano Zanette al bar, è arrivato Spangaro. Ci disse “ecco qua le carte”. Ho firmato e dato 12mila lire. Per 12 anni, dal 2004, ho fatto il capogruppo e dal 2010 il delegato della zona Medio Tagliamento».
Come sono stati gli ultimi due anni?
«Dal punto di vista sociale è stato il periodo più buio dalla fine seconda guerra mondiale, persino del ‘76. Non si possono dimenticare le auto della Protezione civile con i volontari che dai i megafoni ci invitavano a stare in casa. L’emergenza ha minato l’essenza associativa, il piacere di stare insieme».
I volontari però non si sono fermati.
«Ci siamo subito messi a disposizione per la distribuzione di mascherine, la raccolta di tamponi e poi per i centri vaccinali. Adesso viviamo questa splendida rinascita ringraziando la Protezione civile che non si è mai riposata. Ringrazio le mogli di tutti gli alpini che si sono dati fare, perché le abbiamo trascurate, ma loro non ci hanno fanno mancare il sostegno».
Come sono i dati sugli iscritti?
«Dal punto di vista del volontariato c’è stata un’esplosione con nuovi iscritti. Nel registro dei volontari adesso ci sono 240 persone suddivise in 72 gruppi Ana. Le iscrizioni sono calate dell’1,7%, un calo fisiologico, come in pre pandemia, merito dei capigruppo che hanno mantenuto il legame con i soci».
Come la mettiamo con il ricambio generazionale?
«Recuperiamo i dormienti, quelli che hanno fatto la leva ma non si sono mai iscritti. Ne abbiamo tanti e spingiamo i capigruppo a coinvolgerli. Poi ci sono i volontari, come adesso quelli della classe 2000, ma ne recuperiamo circa un paio all’anno».
Senza la leva l’Ana è destinata a sparire?
«Se non la fanno ripartire, spariremo come l’Impero romano. Non dobbiamo snaturarci per sopravvivere. Abbiamo gli amici degli alpini, certo, gli vogliamo bene, ma non potranno sostituirci, non è una strada percorribile».
Che cosa farete?
«Organizzeremo campi scuola per ragazzi e ragazze dai 15 ai 23 anni. Dopo quello sperimentale dello scorso anno a Feltre, quest’anno ne faremo uno a Paluzza e uno a Tramonti di Sopra dal 15 al 30 luglio. Le iscrizioni sono già aperte. Daremo ai ragazzi un’infarinatura. Ne avremo 60 per campo, se riusciremo a fare avere crediti per superare poi concorsi per entrare nell’Esercito come volontari, e si spera negli alpini, sarà un grande risultato». 
Come sono organizzati i campi?
«La responsabilità è della sede nazionale, noi daremo istruttori. Faremo anche pernottamenti in quota, a Meduno, corsi antincendio, faranno i piantoni, e così via. Che capiscano che, se viene impartito un ordine, lo si rispetta. Queste iniziative potrebbero aiutare l’Ana a resistere nel tempo. Ci auguriamo che qualche politico capisca che sospensione totale della leva è stato un errore dal punto sociale. Si fa l’errore di pensare che ragazzi di oggi non vogliano fare la leva».
Quando ricomincia la vostra attività?
«Si riparte da commemorazioni, ricorrenze, adunate sezionali e poi, a maggio, finalmente l’adunata nazionale di Rimini».

Ultimo aggiornamento: 07:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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