Affitti agli stranieri, bonifici fatti e case mai avute: una 46enne finisce in manette per truffa

Venerdì 5 Aprile 2024
Un'operazione della Squadra mobile

PADOVA  - Ha accumulato ben sei diverse condanne definitive per truffa, stupefacenti e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, reati commessi nell'arco di dieci anni, in prevalenza a Padova, maturando così un debito nei confronti della giustizia di 4 anni di carcere. La donna, 46enne di origini campane nota ai poliziotti della Squadra Mobile per altre truffe messe a segno anche recentemente, per sostituzione di persona, spendita di monete false e stupefacenti, è stata arrestata su provvedimento di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Padova e portata nella Casa di Reclusione di Verona.

Attraverso falsi annunci pubblicati su internet relativi ad appartamenti da affittare in varie zone di Padova, la donna individuava e contattava le vittime, stranieri provenienti da diverse località interessate a un affitto per lavoro o svago, e si accordava con loro per il pagamento anticipato delle prime tre mensilità (per somme che si aggiravano intorno a 1.500 - 2.000 euro) che le venivano bonificate su conti intestati ad alcuni complici o semplici prestanomi. Giorni dopo la 46enne, utilizzando sempre utenze fittiziamente intestate, contattava nuovamente le stesse vittime per fissare un incontro di persona, in occasione del quale, presentandosi quale commercialista della proprietaria dell'appartamento da affittare piuttosto che attuale inquilina dell'abitazione promessa in locazione, chiedeva ulteriori somme di denaro per la registrazione del contratto e per l'asserita polizza assicurativa, con tanto di ricevuta cartacea. In alcuni casi riusciva persino ad ottenere un ennesimo bonifico raggiungendo 4 mensilità anticipate d'affitto. Bonifici che però l'hanno di fatto tradita, perché le indagini hanno consentito di ricondurre a lei le diverse movimentazioni bancarie effettuati sui relativi conti bancari (puntualmente sequestrati).

Per ogni singola truffa la 46enne guadagnava circa 3.000 euro. Seguivano poi messaggi whatsapp con le parti interessate che chiedevano a fronte dei pagamenti effettuati copia del contratto, nonché la registrazione effettuata presso l'Agenzia delle Entrate, e soprattutto di poter fare ingresso negli appartamenti, ma senza esito. Le vittime non ottenevano alcuna risposta se non scuse varie; alla fine si accordavano per il rimborso di quanto pagato e la 46enne li beffava nuovamente, attestando di aver proceduto ai bonifici in restituzione che tuttavia non arrivavano mai ai destinatari. 

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