PADOVA - Più di 200 eventi all'anno fra concerti, laboratori per grandi e piccini, mercatini, incontri e lezioni aperte. E proprio questa sera dalle 20 una grande festa musicale per un compleanno: quello del Campo dei Girasoli, che spegne la sua seconda candelina dall'inizio della rinascita. Il parco, oggi, è un centro culturale a cielo aperto, un laboratorio costante dove famiglie e cittadini si riuniscono ogni giorno per condividere attività ed esperienze. La proposta che sta dando più soddisfazione, agli organizzatori, è proprio quella dei centri estivi: «è un fronte su cui gli incassi sono a zero - chiarisce Tommaso Napoli, uno dei soci - ma che ci regala moltissimo in termini di emozioni, idee, vitalità. Lavorare con tanti bambini è incredibile, e in più collaboriamo con tantissime realtà che ci permettono di offrire un servizio unico. Una di noi soci, Alice Caruso, è un'educatrice specializzata. Insieme a lei, un anno fa, ci siamo chiesti quale fosse l'anima da dare ai nostri centri estivi, in questo tempo post covid. E abbiamo scelto di puntare sull'inclusione. Abbiamo bambini disabili e non che partecipano alle stesse attività, proposte in parte proprio da associazioni che lavorano con persone disabili.
La storia
Fino a qualche anno fa il Campo dei Girasoli, un'area immensa che si estende tra il Basso Isonzo e la Sacra Famiglia, era una distesa d'erba incolta, conosciuta per lo più dai possessori di cani che lo utilizzavano per far correre liberi i propri amici a quattro zampe. Poi l'amministrazione ha deciso di metterci mano e così, dopo alcuni lavori di ristrutturazione, nel 2021 è arrivato il bando per la gestione. E qui inizia una storia che è tutta di quartiere. Tommaso, che oggi ha 40 anni, aveva lasciato la città a 18 e nel mezzo aveva girato il mondo lavorando a progetti di cooperazione, muovendosi soprattutto fra Africa e Medioriente. Durante questi viaggi incontra la moglie, Rebecca, e con lei decide di tornare a Padova, più precisamente nella zona del Basso Isonzo, dove era cresciuto. Qui incontra e diventa amico di Andrea Vedovato, musicista e già presidente della società Aps Play, del suo socio Yuri Argentino e di Alice Caruso. Tutti residenti fra via Pistoia, via Lucca e via Isonzo. Andrea e Yuri si occupano già di eventi, Tommaso è esperto di logistica e cooperazione, Alice di formazione.
L'affidamento
Quando esce il bando, in poco tempo gli amici fondano una società e mettono per iscritto una proposta che già riassume il senso del loro progetto: creare una rete territoriale quanto più ricca possibile, per fare in modo che ogni aspetto dell'organizzazione sia gestito da esperti. Oggi l'area si è arricchita di un frutteto da 7000 mq, coltivazioni biologiche usate per i prodotti del bar, orti urbani, una fattoria didattica e un'area rifugio per animali selvatici. Il piccolo bar, con ampio plateatico, offre solo prodotti biologici e lavora il più possibile con le aziende del territorio. Intorno un magnifico spazio verde, che ora è curato e ben tenuto. Progetti futuri? «Allargare la rete - conclude Tommaso - e puntare sempre più sui progetti per bambini e famiglie, che restituiscono il senso di tutto il nostro lavori».