PADOVA - È stato rinviato a giudizio perché considerato l'uomo che nel 2010 aprì un "canale privilegiato" di dialogo tra la comunità cinese e la questura di Padova, l'ex agente che nel febbraio del 2017 rimase coinvolto nell'inchiesta su mazzette e corruzione all'interno degli uffici investigativi.
Un gruppo di poliziotti si sarebbe fatto pagare per regolarizzare le pratiche di stranieri, soprattutto cinesi, consentendo loro di ottenere i permessi di soggiorno. L'uomo comparirà davanti a giudici nel giugno prossimo.
Il poliziotto si trova all'estero, le ultime notizie su di lui arrivano dall'Albania. La corruzione, portata alla luce da un'inchiesta condotta dal pubblico ministero Sergio Dini, avrebbe consentito ai poliziotti padovani, sei in tutto di cui uno arrestato nel 2016, a muovere tangenti per oltre 200mila euro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Un gruppo di poliziotti si sarebbe fatto pagare per regolarizzare le pratiche di stranieri, soprattutto cinesi, consentendo loro di ottenere i permessi di soggiorno. L'uomo comparirà davanti a giudici nel giugno prossimo.
Il poliziotto si trova all'estero, le ultime notizie su di lui arrivano dall'Albania. La corruzione, portata alla luce da un'inchiesta condotta dal pubblico ministero Sergio Dini, avrebbe consentito ai poliziotti padovani, sei in tutto di cui uno arrestato nel 2016, a muovere tangenti per oltre 200mila euro.