Sara, 13 anni, pallavolista: sconfitta dopo un anno dalla malattia

Lunedì 30 Luglio 2018
Il sorriso di Sara
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Padova - Una pallavolista, un’atleta stroncata giovanissima da un tumore dell’osso. Due meravigliosi occhi scuri che ti guardano, incorniciati da un viso dolcissimo: è la fotografia scelta dai familiari per onorare la memoria di Sara Rodighiero, 13 anni appena, deceduta dopo aver combattuto tenacemente per un anno contro una malattia maligna e particolarmente aggressiva.

È stata la Società sportiva Real Padova Asd - settore Pallavolo - a dare il tristissimo annuncio, affidando ai social network il commiato alla sua bella e brava giocatrice: «Giovedì sera ci ha lasciati Sara Rodighiero, atelta della nostra squadra under 13 femminile di pallavolo. Putroppo ha perso la partita contro la malattia che l’aveva colpita la scorsa estate».
 
La Società la ricorda sempre energica, entusiasta e sorridente mentre praticava lo sport che tanto amava.
Stretti nel loro dolore, i genitori, il fratello Luca, la sorella Lucia. «Dal 26 luglio splende una nuova stella nel cielo, la sua vita resterà sempre dentro di noi e ci accompagnerà», scrivono i familiari nell’epigrafe, dove la giovane è ricordata come una ragazza appassionata della vita e indiscutibilmente coraggiosa.
La sua condanna è stata l’inarrestabile progressione di un osteosarcoma, tumore maligno che origina dal tessuto mesenchimale primitivo ed è caratterizzato dalla produzione di tessuto osseo immaturo da parte delle cellule neoplastiche.
In Italia si calcolano ogni anno circa 500 nuovi casi di tumori maligni primitivi dell’osso e il 20-25% è rappresentato da osteosarcomi, quindi 110-125 casi all’anno, secondo i dati dell’Associazione italiana ricerca sul cancro, Airc.
Troppo grave la forma che aveva colpito Sara, in cura nella Clinica di oncoematologia pediatrica dell’Azienda ospedaliera, dove l’équipe diretta dal professor Giuseppe Basso ha tentato il tutto per tutto. La patologia rappresenta il 60% dei tumori maligni dell’osso da giovani e giovanissimi e a risultarne maggiormente colpita è proprio la fascia di età tra i dieci e i vent’anni.
Come per la maggior parte dei tumori, anche per l’osteosarcoma la probabilità di guarigione e la scelta del trattamento più adatto dipendono da diversi fattori quali l’aggressività, lo stadio della malattia e la possibilità di asportare completamente il cancro con l’intervento chirurgico. La cura coinvolge medici di diverse discipline, comprendenti l’oncologo, l’ortopedico oncologo, il medico riabilitatore e il fisioterapista. Il trattamento consiste di un approccio combinato tra chemioterapia e chirurgia.
LE CURE
Queste tecniche insieme hanno permesso un miglioramento della prognosi globale dei pazienti che è passata da meno del 30% agli inizi degli anni Sessanta (spesso complicata da amputazioni invalidanti), a circa il 75% dei giorni nostri nei casi di malattia localizzata. Ma anche in un Centro ultraspecialistico come quello padovano, tra i migliori d’Italia, di fronte all’alta malignità della malattia di Sara hanno dovuto arrendersi.
IL DESIDERIO
Uno degli ultimi desideri della giovane atleta era poter partecipare all’inaugurazione, due settimane fa, della Teen Zone, la nuova area del reparto oncoematologico padovano dedicata agli adolescenti come lei, una sorta di grandissima “zona relax” con maxischermo, playstation, palestra, musica. Ma aveva la febbre, era debilitata, non ce l’ha fatta. «Il suo ultimo messaggio è stato chiedermi se avrebbe potuto frequentare la Teen Zone. Non ce ne è stato il tempo», ricorda Chiara Girello Azzena, presidente dell’associazione Team for Childen, promotrice del progetto.
Federica Cappellato 
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Ultimo aggiornamento: 09:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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