«Faccio il barbone ma non voglio ​essere assistito, voglio lavorare»

Martedì 23 Ottobre 2018
«Faccio il barbone ma non voglio essere assistito, voglio lavorare»
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PADOVA - Dorme in una rimessa in zona industriale, un materasso al quale è poggiato uno zaino con tutti i suoi averi e una vecchia bicicletta per muoversi. E' tutto quello che possiede. Vive così ormai da troppo tempo, A.S. 38 anni che, in un tempo ormai lontano viveva con la famiglia in una casa Ater di Mortise. Abitazione che ha perso quando la famiglia non è stata più in grado di sostenere l'affitto. Inascoltati, come precisa, tutti i suoi appelli ad assistenti sociali e Comune. «I miei genitori si sono ammalati, ho una sorella fuori Padova che accudisce mia mamma malata terminale, ho passato notti all'addiaccio ma non ce la faccio più - spiega - mia moglie è straniera ed è a casa dai suoi ma sta per tornare. Io ho sempre lavorato, occupazioni saltuarie, contratti di un mese o due, sto cercando una casa ma senza una busta paga sicura nessuno ovviamente mi affitta anche se a noi basterebbe un monolocale. A.S. è depresso, afferma di dover ricorrere ai medicinali per riposare. Io cerco un qualsiasi lavoro che mi permetta di essere autonomo con mia moglie, non voglio essere assistito ma mi sono recato più volte  all'Ufficio Casa, ho parlato con le assistenti che mi hanno risposto che non possono fare nulla per le morosità pregresse - continua il trentottenne - sono riuscito a parlare con l'assessore Nalin, mi ha detto che non ci sono case e nemmeno mi si può concedere l'aiuto per i 3 mesi di caparra. Prima di me ci sono famiglie con bambini, mia moglie la gravidanza non l'ha portata a termine, famiglie con disabili, che in definitiva per me non c'è nulla eppure di case per l'emergenza abitativa ce ne sono. Mi hanno consigliato di fare domanda ma per ora non c'è il bando».
«Avrei voluto rivolgermi al sindaco ma non è stato possibile. Sta per arrivare l'inverno e ho già conosciuto cosa significa passare le notti all'aperto non voglio farlo con mia moglie. Per dormire prendo delle gocce e spesso penso al peggio. Chiedo solo un piccolo aiuto per poter pensare al futuro e ad una famiglia con tranquillità». A.S. ripete che per lui qualsiasi occupazione può andare bene. «Ho fatto tanti lavori, faticare non mi spaventa ma vorrei averne la possibilità - sottolinea il trentottenne - io mi adatto, sto cercando di risparmiare il massimo su quello che guadagno per mettere da parte il necessario a dare una caparra per un alloggio, sono anche dimagrito perché, non mi vergogno a dirlo, non riesco a mangiare tutti i giorni. Vedo tante persone che vengono aiutate dal Comune, per me solo dinieghi. Spero che almeno il sindaco ascolti il mio appello, io sono disposto a trovare una casa da privati ma servono quelle garanzie che ora non sono in grado di dare».
L.M.
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