Omicidio Willy Branchi: caso riaperto
Don Bruscagin torna dal giudice

Domenica 27 Maggio 2018 di Nicola Benvenuti
don Tiziano Bruscagin e la periferia di Goro dove fu abbandonato il corpo di Willy Branchi, 18 anni, nel 1988
CORREZZOLA - «Non ho nulla da dire ora, penso possiate capire. Semmai riferirò nelle sedi opportune». Tono cortese, ma fermo, don Tiziano Bruscagin, attuale parroco di Villa del Bosco, nel comune di Correzzola, a per molti anni alla guida della parrocchia di Goro nel ferrarese, risponde al telefono. Ma non fornisce alcun commento sulla decisione del Giudice per le indagini preliminari di Ferrara di effettuare un supplemento di inchiesta sull'efferato assassinio del diciottenne Willy Branchi. Una ripresa dell'indagine che lo riguarda, in quanto autore di una dichiarazione sui responsabili, poi ritrattata e per questo contestata dai magistrati come falsa testimonianza. Ma il tutto era finito per ben due volte in archivio.

L'omicidio aveva profondamente scosso il tranquillo paese sul Delta del Po. Branchi, a soli diciotto anni, fu ucciso brutalmente con una pistola da macello sparata in faccia la notte tra il 29 e il 30 settembre 1988 a Goro. Il corpo straziato del giovane era stato ritrovato completamente nudo sull'argine del grande fiume. Per l'assassinio venne indagato Valeriano Forzati che quella sera era stato visto assieme al diciottenne. Poi l'indagine finì nel nulla e al giudice istruttore, l'anno successivo, non rimase che prosciogliere Forzati.
Tuttavia i magistrati non digerivano queste conclusioni, tant'è che parecchio tempo dopo il sostituto procuratore Giuseppe Tittaferrante, oggi in servizio a Napoli, riaprì il caso. Altra conclusione con un nulla di fatto che portò alla fine di ottobre 2017 alla richiesta di archiviazione anche nei confronti dell'ex parroco don Tiziano Bruscagin. Il sacerdote, infatti, nel corso di un'intervista a un quotidiano romagnolo, aveva fatto i nomi dei presunti responsabili e di un testimone chiave. Di conseguenza la Procura aveva riaperto l'inchiesta, ma don Bruscagin era stato costretto a ritrattare davanti a Pm. Un grande atto di accusa verso quella parte del paese omertosa e menzognera che ha taciuto e continua a tacere sugli autori dell'omicidio.

Ora arriva la nuova svolta con l'ordinanza del Gip Carlo Negri, attesa dalla famiglia Branchi, nella quale si spiega che «è indispensabile svolgere ulteriori approfondimenti» e si sollecita la procura «a iscrivere nel registro indagati coloro che si rendessero responsabili di falsa testimonianza e favoreggiamento». Anche da parte del giudice, dunque, un chiaro riferimento al citato clima omertoso. Nello specifico è indicata la possibilità che venga di nuovo ascoltato don Tiziano Bruscagin. Qualora il sacerdote opponesse ai magistrati il segreto confessorio su fatti e persone legate all'omicidio, lo stesso Gip invita a valutare di interpellare le autorità ecclesiastiche per informarle su eventuali violazioni del Diritto canonico.
 
Ultimo aggiornamento: 16:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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