Marocchina "schiava" delle nozze combinate: a processo il marito violento

Domenica 21 Ottobre 2018 di Luca Ingegneri
Marocchina "schiava" delle nozze combinate: a processo il marito violento
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PADOVA - Costretta ad un matrimonio combinato e schiava di un marito maniaco e violento. È l'incubo vissuto per circa due anni e mezzo da una trentenne marocchina, con residenza ad Albignasego. Assistita dal Centro Antiviolenza di Padova, ha trovato la forza di denunciare il marito e di avviare le procedure per la separazione, assicurando un futuro sereno ai due figli, di 8 e 5 anni. Libera da vincoli di tipo matrimoniale, dopo la sentenza di divorzio ottenuta in Marocco, si è costituita parte civile contro l'ex, un connazionale 49enne dipendente di un'impresa edile di Due Carrare, accusato di maltrattamenti e mancato rispetto degli obblighi di assistenza familiare. L'uomo, sul cui capo pende un divieto di avvicinamento alla parte offesa e a tutti i luoghi abitualmente frequentati dalla donna e dai figli, rischia grosso. La sua richiesta di patteggiamento ad un anno e dieci mesi di reclusione è stata respinta dal giudice dell'udienza preliminare Margherita Brunello.

 
Pena evidentemente troppo bassa in rapporto alla gravità delle condotte contestate al 49enne.
L'uomo dovrà quindi affrontare il processo davanti al tribunale monocratico. É stato rinviato a giudizio: la prima udienza dibattimentale è in calendario per il prossimo 21 novembre. La donna, tutelata dall'avvocato Pierilario Troccolo, prenderà parte al processo nel tentativo di ottenere, oltre al risarcimento dei danni, l'assegno di mantenimento per i due minori. Il marito non ha fin qui scucito neppure un centesimo. PADRE PADRONE La giovane viveva praticamente segregata in casa. Non poteva assumere alcuna iniziativa senza averla prima comunicata al consorte. Lui pretendeva ubbidienza totale. Voleva essere informato sugli spostamenti, sulle uscite e persino sul cibo. La poveretta era in stato di soggezione e prostrazione, tra minacce, offese e percosse che, in alcune occasioni, non venivano risparmiati ai bimbi. Il 49enne si comportava da padre padrone. Pretendeva ogni tipo di rapporto sessuale anche contro la volontà della consorte. Lei lo aveva denunciato una prima volta nel gennaio 2015: lui l'aveva minacciata di morte spaventandola al punto da convincerla a ritirare la querela. L'episodio che l'ha convinta a raccontare tutto risale al 9 maggio 2017: davanti al rifiuto di un rapporto sessuale l'operaio l'ha picchiata brutalmente tanto da svegliare di soprassalto i bambini. Sono stati proprio i piccoli ad avvisare una vicina di casa che ha chiesto aiuto alle forze dell'ordine. La donna è finita al pronto soccorso con contusioni in varie parti del corpo (prognosi di 10 giorni) e subito inserita in una comunità protetta con i figli. Neppure l'allontanamento da casa dei familiari ha convinto l'uomo ad abbassare i toni: più volte il 49enne si è appostato vicino alla scuola frequentata dai minori intimando alla donna di tornare a casa e minacciandola di morte con messaggi inviati ai suoi parenti. Contro l'uomo potrebbero pesare pure le confidenze raccolte dalle insegnanti dei due bambini che non esitano a definire il padre come «una persona brutta che picchiava la mamma e rompeva tutto in casa» e che «toccava loro il sedere». Sui presunti abusi sessuali ai danni del figlio primogenito il pm Giorgio Falcone disporrà a breve un incidente probatorio, allo scopo di approfondire, in forma protetta e con le garanzie di legge, gli episodi incriminati.
Ultimo aggiornamento: 11:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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