La guerra in prima pagina al Museo della Terza Armata

Domenica 11 Novembre 2018
La guerra in prima pagina al Museo della Terza Armata
Diciassette prime pagine storiche de Il Gazzettino. Dal 29 giugno 1914, quando Il Gazzettino dell'epoca titolava a sei colonne con l'assassinio di Francesco Ferdinando e della moglie Sofia, gli arciduchi ereditari d'Austria a Sarajevo, fino alla pagina celebrativa della vittoria, il 13 novembre 1921. Diciassette lenzuoli così si chiamava il formato dei giornali di quel tempo che ripercorrono e raccontano gli eventi principali dei quarantuno messi della Grande Guerra. E fanno da cornice ai due pezzi pregiati esposti fino al 5 dicembre al Museo della Terza Armata di via Altinate: l'atto ufficiale dell'Armistizio e il cartone di Guernica di Picasso.

«Abbiamo deciso di fare un'installazione con le pagine de Il Gazzettino per il proseguimento del centenario cercando di dare maggiore risvolto ai contenuti delle celebrazioni. Abbiamo scelto le pagine più significative dei 41 mesi di guerra - racconta Giovanni Santoro, presidente dell'associazione Amici del Museo storico della Terza Armata - Il valore aggiunto di queste prime pagine è quello di dare le informazioni come venivano date al pubblico. Le terremo fino alla fine dell'anno. Chi viene può soffermarsi a leggere le pagine, entrando in contatto con le cronache dell'epoca».

IL BOLLETTINO
Pagine che iniziavano sempre riportando il bollettino ufficiale dell'Esercito, e che poi proseguivano raccontando l'avanzata o la retrocessione delle linee, le notizie dall'America e quelle dal fronte. Tra le pagine in mostra il titolo L'Europa in armi del 2 agosto 1914 quando il re Giorgio d'Inghilterra tentava una mediazione e l'Italia restava neutrale nell'immenso conflitto. Neutralità rotta nel maggio 1915 con la decisione di scendere in campo a fianco di Francia e Inghilterra: Il Senato unanime approva i pieni poteri. I primi atti d'ostilità all'Austria, titolava allora il Gazzettino, il 22 maggio 1915. Per poi, il 24 maggio, aprire il giornale con La guerra dichiarata. I passaporti consegnati all'ambasciatore d'Austria. E, dall'entusiasmo dei primi giorni, ecco il quotidiano del 29 ottobre 1917 a raccontare la disfatta di Caporetto: non più titoli estesi, dai caratteri entusiastici. Ma un insieme di notizie (poco più delle brevi di oggi) a raccontare i dettagli delle battaglie lungo i vari punti del fronte. In alto, a sinistra, sempre il bollettino ufficiale dell'Esercito.

IL CAMBIAMENTO
Qualcosa cambia poi. A Luigi Cadorna subentra Armando Diaz e anche la propaganda riprende vigore. Il 10 novembre 1917, altra pagina esposta, ecco a sei colonne Continua l'eroica resistenza sulla fronte italiana. I prigionieri ascendono a 4.620. Il 23 giugno 1918 ancora la Battaglia del Solstizio con lo stop all'avanzata austriaca e il 29 ottobre il trionfalistico Il Piave oltrepassato a ricordare lo scontro di Vittorio Veneto. Fino al giornale del 5 novembre, della guerra finita alle 3 del giorno prima. E come bollettino, quello della vittoria.
Nicola Munaro
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Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 15:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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