Franceschi: «Io e i segreti del libro del Papa: file criptato e drappi neri»

“Life” stampato da Grafica Veneta. «Un’operazione alla “Harry Potter”. Le sue richieste? Carta sostenibile e produzione con energie rinnovabili»

Sabato 16 Marzo 2024 di Angela Pederiva
Fabio Franceschi e il libro del Papa

Insieme al vaticanista Fabio Marchese Ragona, papa Francesco racconta la sua storia nella Storia, dalla Seconda Guerra Mondiale fino ai giorni nostri, in 336 pagine. L’ultima rivela che “Life”, in uscita martedì 19 marzo per HarperCollins, è stato stampato da Grafica Veneta a Trebaseleghe (Padova), azienda che con Lake Book Manufacturing a Melrose Park (Chicago) fa parte di GV Group, colosso da 250 milioni di volumi all’anno. «È stata un’operazione alla “Harry Potter” per la segretezza che l’ha contraddistinta», confida il presidente Fabio Franceschi.


Quando avete ricevuto questa commessa?
«Ce l’hanno proposta un paio di mesi fa, ma solo all’ultimo abbiamo saputo di che opera si trattasse.

Normalmente gestiamo 150 titoli al giorno, con una tiratura complessiva di un milione e mezzo di copie. Poi però arrivano ordini come questo, che richiedono uno spazio riservato e turni dedicati, anche perché succede che magari all’improvviso venga anticipata la data di uscita. L’autobiografia del Pontefice è stata gestita dalla casa editrice in modo decisamente attento. Il testo ci è stato inviato attraverso un file criptato, l’attività di stampa è stata protetta da un patto di riservatezza molto vincolante, i libri sono stati incappucciati su bancali avvolti da teli neri». 


Una trama da spy-story, com’era stato per “Una terra promessa” di Barack Obama?
«In quel caso, siccome c’erano in ballo 2 o 3 punti percentuali della sfida presidenziale tra Joe Biden e Donald Trump, era arrivato addirittura un emissario dagli Stati Uniti con una chiavetta Usb. Avevamo prima fatto le matrici e poi resettato il pc, che comunque non era in rete: in pratica quel libro digitalmente non esisteva, così da evitare gli attacchi hacker. Solo a quel punto era partita la stampa, vigilata da controllori fissi. Con papa Francesco non siamo arrivati a tanto, ma in compenso c’è stata un’espressa richiesta sul piano ambientale. Anzi due».


Quali?
«Da una parte siamo stati incaricati di utilizzare carta Fsc, cioè prodotta con legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile; per ogni albero abbattuto, deve esserne ripiantumato un altro. Dall’altro lato abbiamo dovuto garantire che la stampa sarebbe avvenuta esclusivamente con il sole e con il vento; come prima azienda “carbon neutral” al mondo, il nostro gruppo certifica una produzione di energia rinnovabile pari a tre volte quella consumata, tanto che abbiamo uno score di sostenibilità pari a 92 su una scala da che va da 0 a 100».


Altri casi curiosi recenti?
«Per la biografia “Elon Musk” di Walter Isaacson, che abbiamo stampato per quasi tutto il mondo, abbiamo avuto rapporti costanti con la segreteria di questo imprenditore visionario: lui è un grande perfezionista. Ma la vera sorpresa è stata “Iron flame” di Rebecca Yarros. Il primo volume della serie fantasy era andato bene, però con questo siamo arrivati a 3 milioni di copie in un mese, il titolo più ordinato su Amazon, che un giorno ci ha telefonato e ci ha detto: “Abbiamo 200.000 prenotazioni, ci servono in fretta”. Con questa tensione, per una settimana abbiamo dedicato 500 addetti solo a quello, distribuiti in turni di giorno e di notte. Ci è servito per capire che l’e-commerce non va più visto in contrapposizione alla carta, di cui invece può essere un grande traino». 


Con una simile pressione, bastano due stabilimenti di stampa?
«No. Infatti la nostra strategia per il futuro è di averne almeno due in Europa e altrettanti in America. Per poter aiutare gli editori a essere competitivi nel mercato, dobbiamo essere in grado di rimpinguare le loro giacenze nel giro di 3, massimo 5 giorni. Quando ci sono quantità importanti negli Stati Uniti, con 6 fusi orari tra le due coste, occorre essere posizionati non solo centralmente: per questo stiamo valutando un’acquisizione nella parte settentrionale degli Usa, un’operazione che contiamo di chiudere nel 2025. Per il prossimo anno puntiamo al raddoppio pure in Europa: non in Italia, forse nel Regno Unito. Ma stiamo ragionando anche su un’espansione in Australia».


Quindi assumerete ulteriori lavoratori, in aggiunta al migliaio attuale?
«Sicuramente il gruppo avrà bisogno di un altro centinaio di persone. Ma già adesso a Trebaseleghe stiamo cercando di reclutare 50 ragazzi da mandare all’estero, affinché possano esportare l’esperienza maturata qui. L’acquisizione americana ci ha fatto capire che abbiamo tanto da imparare, ma ancora di più da insegnare, tant’è vero che l’azienda in Illinois ha raddoppiato il fatturato».


Saranno tutti dipendenti, o acquisterete ancora forniture di personale dall’esterno, dopo l’inchiesta sul caporalato pachistano?
«In seguito a quella vicenda, abbiamo deliberato di non esternalizzare più nulla, nemmeno i servizi di pulizia e portierato. Non possiamo tenerci in casa quello su cui non abbiamo il controllo. Vogliamo che chi ha il nostro badge, faccia parte della famiglia».


Una famiglia più maschile o più femminile?
«Avevamo una proporzione di 75%-25%, ma per fortuna siamo arrivati a 55%-45%. E speriamo di aumentare ulteriormente la quota di donne: sono molto più brave e affidabili degli uomini. Anche nei ruoli apicali, come dimostrano le nostre responsabili di settori, quali ad esempio il controllo di gestione, l’amministrazione, l’informatica».


A proposito di informatica, prima parlava del rischio di hackeraggio. Come va con la pirateria cartacea? Ipsos calcola un danno di 705 milioni di euro per gli editori.
«Temo che il dato sia anche sottostimato. Normalmente un libro costa un paio di euro di produzione, poi però ci sono la pubblicità, i diritti, le rese. I pirati invece si prendono il guadagno facile, tanto bastano uno scanner e una stampantina. Chiaramente si vede a un miglio di distanza che non è il volume originale, però intanto viene venduto, mettendo in difficoltà le case editrici che stanno già soffrendo». 
 

Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 12:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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