Rose bianche per Isabella, il fratello svela: «Freddy voleva incastrarmi»

Giovedì 17 Gennaio 2019 di Marco Aldighieri
Paolo Noventa porta un mazzo di fuori davanti alla villa di Freddy Sorgato
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PADOVA - Giusto ieri notte sono passati tre anni dall’omicidio di Isabella Noventa. La segretaria di Albignasego uccisa tra il 15 e il 16 gennaio del 2016 dai fratelli Freddy e Debora Sorgato, e dalla tabaccaia veneziana Manuela Cacco. E proprio ieri, all’ora di pranzo, Paolo, fratello di Isabella, ha deposto un mazzo di rose bianche davanti al cancello della villa del ballerino a Noventa in via Sabbioni 11. Il luogo dove è stata uccisa la sua amata sorella. E lì, di fronte a quella casa dell’orrore che andrà all’asta il prossimo 12 di febbraio, Paolo ha fatto una rivelazione choc: «I fratelli Sorgato volevano incastrami per il delitto di Isabella».
 
LE INTERCETTAZIONI
«Qualche giorno dopo la sparizione di mia sorella - ha raccontato Paolo - i fratelli Sorgato sapendo di essere intercettati dagli inquirenti, al telefono facevano sempre il mio nome. E sottolineavano i miei guai con la giustizia in merito alla mia posizione di falso dentista. Hanno tentato in tutti i modi di depistare gli investigatori, focalizzando l’attenzione della polizia sulla mia persona». Paolo Noventa ha ricordato quelle prime settimane dopo l’omicidio come un atroce incubo: «Oltre ad essere preoccupato per mia sorella, temevo che la Squadra mobile sospettasse di me ed è stata una sensazione terribile. Gli inquirenti mi hanno più volte ascoltato, poi mi sono venuti a riferire che non avevo nulla da temere. Ma è stata un’esperienza infernale». Fino a quando, il 15 febbraio del 2016 un mese dopo la scomparsa di Isabella, i fratelli Sorgato e la tabaccaia Cacco sono stati arrestati. «Quel giorno è stato terribile - ha proseguito - perchè se prima avevo il sospetto che Isabella fosse stata uccisa, poi ne ho avuto la certezza. E a portarmela via per sempre sono stati gli stessi che volevano incastrami per l’omicidio».
IL CORPO
Due gradi di giudizio e la stessa sentenza: Freddy e Debora condannati a 30 anni, Manuela Cacco a 16 anni e dieci mesi. Ma nessuno dei tre ha mai detto dove è stato occultato il corpo di Isabella Noventa. Manca solo il cadavere della segretaria di Albignasego per chiudere il cerchio attorno al delitto. «I tre dietro alle sbarre - ha ripreso Paolo - hanno ucciso mia sorella e non si sono mai pentiti. Non un cenno di scuse a me e alla mia famiglia. Potevano almeno dirci dove è stato gettato il corpo di Isabella, un atto di pietà anche nei confronti di mia madre». E Paolo un’idea di dove sia il cadavere di Isabella ce l’ha: «Sono sicuro che il corpo è stato occultato vicino alla villa di Freddy, la casa dove è stata assassinata. Magari è stato messo dentro a un pozzo in mezzo ai campi o in una cisterna. Luoghi che Freddy conosce molto bene da quando è bambino. La mia speranza - ha concluso - è che si verifichi un fatto accidentale, una casualità, e il cadavere venga scoperto». Sabato alle 18.30 nella chiesa di Santa Maria Annunziata ai Ferri di Albignasego sarà celebrata una messa in memoria di Isabella. 
Marco Aldighieri

Ultimo aggiornamento: 08:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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