Ragioniera scomparsa, ancora punti oscuri: l'indagine resta aperta

Martedì 21 Agosto 2018 di Marco Aldighieri
Anna Fasol con la figlia e il marito
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CITTADELLA - Le indagini sulla scomparsa della cinquantanovenne Anna Fasol non sono terminate. Il suo ritrovamento a Roma domenica 12 agosto e il suo ritorno a casa sana e salva, secondo gli inquirenti non sono elementi sufficienti per dichiarare il caso chiuso. La vicenda presenta ancora molti lati oscuri. Prima di tutto quell’ammanco di 100 mila euro dalla ditta di Tombolo dove Anna Fasol è assunta come contabile. E poi gli investigatori stanno valutando se iscrivere la cinquantanovenne nel registro degli indagati per il reato di procurato allarme.
 
Per chi indaga Anna Fasol, in due settimane, avrebbe almeno potuto avvisare qualche parente di stare bene. Infine la donna già in altre occasioni si era allontanata dal tetto coniugale per diversi giorni. Come prima di sparire, quando è stata a Capri. Eppure il marito ha presentato denuncia di scomparsa solo quel 30 di luglio, perchè? A tutte queste domande gli inquirenti dovranno dare una risposta.
L’AMMANCO
Secondo gli inquirenti non è stata Anna Fasol a derubare di 100 mila euro la ditta di Tombolo in cui lavora come contabile. I sospetti si sono concentrati su una persona molto vicina alla famiglia titolare dell’azienda. Forse un parente stretto. Ecco perchè i vertici dell’allevamento non avrebbero ancora presentato una denuncia. La cinquantanovenne il giorno della sua scomparsa, il 30 luglio, avrebbe dovuto presentarsi in banca. Non lo ha fatto non per timori legati all’ammanco in ditta, ma semmai per motivi personali. Come strettamente personale è stata la sua volontà di sparire.
I SOCCORSI
Anna Fasol dal 30 di luglio non ha più dato notizie di sè. Svanita nel nulla, non una telefonata all’amata figlia Marialaura, al marito, a un altro parente o a un’amica. Niente di niente. Eppure i mezzi di comunicazione, tutti, hanno riportato della sua scomparsa e della forte angoscia in cui era piombata la sua famiglia. Ma Anna non ha chiamato nessuno per dire di stare bene. E secondo gli inquirenti, dopo due settimane, avrebbe almeno potuto dare un segnale. In questo modo avrebbe evitato di mettere in moto la costosa “macchina” dei soccorsi. Anna infatti è stata cercata per due giorni, vicino alla sua abitazione, nei pressi della stazione ferroviaria di Cittadella e lungo il fiume, da vigili del fuoco, uomini della protezione civile e carabinieri. Ecco perchè nei prossimi giorni la cinquantanovenne potrebbe essere iscritta nel registro degli indagati per il reato di procurato allarme. La donna è stata rintracciata a Roma, in una struttura della Croce rossa, la sera del 12 agosto quando ha attivato una scheda sim per telefoni cellulari. Il suo smartphone lo aveva spento e mai più acceso dalle 13 del 30 di luglio.
GLI ALLONTANAMENTI
Anna Fasol già in altre occasioni si era allontana dal tetto coniugale. Come la settimana prima di scomparire, quando è stata per alcuni giorni sull’isola di Capri. Avrebbe trascorso un periodo di vacanza in compagnia delle amiche, concedendosi anche un paio di gite in motoscafo. Insomma una donna del tutto libera. Ma quel 30 luglio il marito, poche ore dopo il suo mancato appuntamento con la banca, si è recato dai carabinieri per presentare denuncia di scomparsa. Perchè? Gli inquirenti stanno lavorando per trovare la risposta.
Marco Aldighieri

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